Epatite A in una scuola materna e in una elementare: si cercano le cause del virus
All’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze sperimantazione di una nuova terapia della Malattia di Pompe

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 novembre 2003 17:23
Epatite A in una scuola materna e in una elementare: si cercano le cause del virus<BR>All’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze sperimantazione di una nuova terapia della Malattia di Pompe

Due casi di epatite A sono stati registrati in due scuole, materna ed elementare, di Grassina.
I bambini che hanno contratto il virus sono fratelli e sono in buone condizioni di salute.
L’ufficio d’igiene pubblica del sud-est ha avvertito i responsabili delle scuole, il comune e i medici di medicina generale per informare la popolazione.
Ha inoltre stabilito la vaccinazione per i bambini delle scuole coinvolte e i conviventi dei fratelli colpiti dall’epatite.
La vaccinazione sarà fatta a partire da lunedì prossimo, con un preciso calendario, stabilito in queste ore e comunicato ai diretti interessati.


Si raccomanda la massima adesione alla vaccinazione proposta.
Si cercano inoltre le cause del virus con un’analisi epidemiologica da parte dell’igiene pubblica.

L’equipe medica dell’Ospedale Meyer di Firenze ha completato il primo trattamento farmacologico sperimentale su una paziente di 16 anni affetta dalla Malattia di Pompe. Questa patologia, la Glicogenosi di tipo II, è una delle malattie rare che esistono al mondo: colpisce la muscolatura e se precoce può portare a dilatazione cardiaca, problemi al sistema nervoso e conseguenze anche letali.

Il farmaco sperimentale è stato reso disponibile dall’azienda produttrice, la Genzyme, grazie ad uno straordinario impegno finanziario della Regione Toscana, che ha firmato un protocollo d’intesa per la sperimentazione, in collaborazione con il Ministero della Salute, della nuova terapia. Costo per la Regione: circa 500 mila euro, come contributo alle spese di ricerca ma anche incentivo allo sviluppo di ulteriori farmaci innovativi per altre malattie rare. “Per consentire alla ragazza di curarsi abbiamo speso molto – dice l’assessore regionale al diritto alla salute Enrico Rossi – Del resto quando si tratta di salvare vite umane non badiamo a spese.

Ora auguriamo alla giovane toscana di migliorare la sua salute e alla famiglia di ritrovare la serenità che merita”.
La giovane è da anni in cura al Meyer, presso il Centro regionale di Riferimento per le malattie metaboliche e neuromuscolari ereditarie diretto dal professor Enrico Zammarchi, e in questi giorni, con l’annuncio dell’arrivo del farmaco, l’impegno di tutto il personale dell’Ospedale si è intensificato per realizzare quelle analisi e quella preparazione necessarie per il buon fine dell’infusione.

Medici, infermieri, tecnici, farmacisti si sono prodigati e anche in queste ore il monitoraggio della paziente continua. “Ma ci vorrà tempo – dicono i sanitari - per cominciare ad apprezzare i risultati della nuova cura”.

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