Riforma del FSE: da Cardiff le richieste di 18 Regioni e Province

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 ottobre 2003 23:42
Riforma del FSE: da Cardiff le richieste di 18 Regioni e Province

BRUXELLES- Maggiore attenzione al raggiungimento degli standard educativi, indispensabili per realizzare un’economia fondata sulla conoscenza in tutte le regioni europee; mantenimento e semplificazione del Fondo sociale europeo (FSE); cooperazione con il settore privato e soprattutto una maggiore partecipazione dei governi regionali, anche attraverso le loro organizzazioni internazionali, al processo decisionale. Sono queste le proposte per la riforma del FSE che provengono dalle 18 regioni e province che fanno parte dell’European Association of Regional and Local Authorities for Lifelong Learning (EARLALL), presieduta dall’assessore all’istruzione, formazione e lavoro della Toscana, Paolo Benesperi: Toscana, Vastra Gotaland (Svezia), Vejle Amt (Danimarca), Madona (Lettonia), Sogn og Fjordane (Norvegia), Baleari, Paesi Baschi, Catalogna, Murcia e Andalusia (Spagna), Galles e Scozia (Regno Unito), Renania-Palatinato (Germania), Marche, Trento e Livorno (Italia), Vidin (Bulgaria) e Sousse (Tunisia).
In un documento approvato a Cardiff nel corso dell’assemblea generale di EARLALL, le 18 Regioni e Province giudicano il contributo del FSE all’edificazione di una società fondata sulla conoscenza in tutte le regioni europee “cruciale per innalzare il livello di offerta nell’istruzione e nei sistemi formativi regionali e per attuare la politica del lavoro.

In ogni territorio dell’Unione - prosegue il documento - la politica regionale di coesione deve conseguire adeguati standard per costruire una società fondata sulla conoscenza, con una particolare attenzione all’apprendimento lungo tutto l’arco della vita (lifelong learning) e alla politica del lavoro”. Questa è quindi la condizione, secondo EARLALL, per realizzare una politica regionale di coesione sociale in linea con le strategie europee. E questa è la strada per far crescere gli investimenti nelle politiche educative a livello europeo, nazionale e regionale.

Nel quadro del dialogo sociale, secondo le 18 Regioni e Province, la politica del FSE dovrà incoraggiare la cooperazione con il settore privato. Infine, dai 18 membri di EARLALL, un appello alla semplificazione delle procedure: l’esigenza è seria, vista soprattutto in una prospettiva di controllo della qualità.
Chi se non le Regioni, prosegue il documento, può costruire quell’articolazione tra i diversi fondi strutturali e le conseguenti politiche, presupposto stesso della costruzione di una società fondata sulla conoscenza? In ogni caso il FSE viene attuato tramite specifici programmi operativi regionali, che dovranno fare specifico riferimento al lifelong learning e alla politica del lavoro.
I piani formativi, secondo EARLALL, dovranno essere più strettamente integrati con gli interventi per l’innovazione dei processi produttivi e dello sviluppo locale.

Questo approccio non è purtroppo ancora molto diffuso, ma le Regioni e le Province sono particolarmente interessate a raggiungere questo obiettivo, visto che già giocano un ruolo strategico sia nella formazione che nello sviluppo locale.

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