Inaugurazione della Loggia del Porcellino dopo i lavori di restauro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 settembre 2003 19:05
Inaugurazione della Loggia del Porcellino dopo i lavori di restauro

Da novembre 2001 a settembre 2003. I tempi previsti sono stati rispettati. È questo il periodo di tempo durante il quale la Loggia del Mercato Nuovo detta anche del Porcellino è stata restaurata con un costo di 463.190 euro e con una duplice finalità: riportare all'antico splendore l'edificio e permettere al mercato di continuare a svolgere le proprie attività economiche. "Abbiamo eseguito un intervento importante, un intervento di tutela del patrimonio - ha commentato l'assessore alla cultura Simone Siliani - in accordo con gli ambulanti del mercato del Porcellino, stabilendo con loro la migliore tempistica e dividendo la Loggia in sei lotti, in sei cantieri che hanno lavorato in successione dando ottimi risultati.

Abbiamo recuperato i capitelli, le logge e parti della volta con l'originale doratura. Speriamo che i fiorentini apprezzino i lavori eseguiti e chi lavora nella Loggia contribuisca a mantenerla pulita". Le condizioni strutturali della Loggia erano pessime: il trascorrere degli anni, gli agenti inquinanti, il guano dei piccioni ne avevano messo a dura prova anche la stabilità a tal punto che alcune pietre erano cadute. Grazie a questi interventi, è stato possibile restituire alla città, ai fiorentini e ai turisti uno spazio importante, molto vitale, completamente restaurato.

I primi interventi risalgono al 1995 col restauro del tetto e successivamente della fascia coi cartigli, in questi ultimi due anni i lavori sono stati i più importanti. Era dagli inizi del secolo scorso che non erano realizzati interventi di restauro così incisivi. Durante la visita di questa mattina è stata anche l'occasione per visitare l'antico archivio dei contratti, contemporaneo alla Loggia, che conserva ancora due servizi igienici e due vasche in pietra che anticamente erano utilizzate come un sistema antincendio; erano infatti riempite d'acqua prelevata da un pozzo che si trovava al termine di una colonna.

Restaurato nel 1994, conserva anche sei macine di pietra la cui funzione è rimasta un mistero; da approfondite analisi sono emerse tracce di semi di olio di lino ma nessuno è riuscito a capirne l'utilizzo.
Il Mercato Nuovo, voluto dal giovane Duca Cosimo I, rientra nelle grandi opere di magnificenza ed utilità che il Medici mise in opera in quegli anni (oltre alle attività di mercatura, la loggia ospitava al piano superiore l'archivio dei contratti). Grazie al restauro, sono tornati visibili, ringiovaniti e riportati all'antico splendore, le colonne ed i capitelli che la squadra di scalpellini agli ordini dell'architetto legnaiuolo Giovanni Battista Del Tasso, realizzò fra il 1547 ed il 1551.

Il restauro, dopo la pulizia della parti in pietra serena e pietra forte, è proseguito con il consolidamento della pietra stessa e la ricostruzione di alcune parti mancanti. I capitelli finemente scolpiti di ordine composito hanno richiesto una particolare cura che adesso permette una lettura completa della decorazione, diretta conferma della grande abilità e maestria di Battista Del Tasso famoso presso i contemporanei come intagliatore e creatore di magnifici arredi lignei. Per le volte l'intervento si è limitato a microconsolidamenti diffusi e ad una scialbatura della superficie intonacata.

Di grande interesse è il recupero delle chiavi di volta in pietra (annerite dai fuochi che tradizionalmente si accendevano sotto la Loggia in occasione dell'Epifania) decorate con quattro anelli con diamante attestati su un diamante centrale e attraversati da cartigli con il motto "semper" che conservano ancora tracce di doratura. Il restauro ha interessato anche le tre statue di illustri fiorentini, che dalla fine dell'ottocento ornano due pilastri della Loggia, dedicate a Bernardo Cennini (opera di Emilio Mancini del 1889), Giovanni Villani (Gaetano Trentanove, 1890) e Michele di Lando (Antonio Bortone, 1895).

I lavori sono stati eseguiti dal Servizio Tecnico Belle Arti del Comune di Firenze, sotto la direzione dell'architetto Claudio Cestelli, da Carlo Francini, dal geometra Pietro Di Tore. L'impresa che ha eseguito i lavori è stata la RAM, Restauri Artistici Monumentali di Firenze.

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