Beni artistici, Domenici: "La città deve partecipare alla gestione delle opere d'arte. In primo luogo del David"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2003 20:18
Beni artistici, Domenici:

"Credo che sia giunto il momento di porre con forza il tema della gestione dei beni artistici di questa città. A cominciare dal David di Michelangelo, che è di proprietà del Comune e rispetto al quale ho già interpellato un noto studio legale perché studi l'argomento". Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, dopo le polemiche di questi giorni, affronta la questione del patrimonio artistico fiorentino e rilancia la proposta avanzata ieri dal presidente della Regione Claudio Martini sull'autonomia speciale degli enti locali in materia dei beni culturali.

"L'amministrazione comunale si è sempre mossa in una linea di collaborazione, come prova il nostro intervento risolutore per sbloccare la realizzazione dei Nuovi Uffizi, o i soldi spesi per poter riaprire il Forte Belvedere che è un bene dello Stato - spiega Domenici - Di fronte a questo, ci siamo sempre trovati con la porta sbattuta in faccia, esposti ad atti giudiziari o ad aggressioni a mezzo stampa. Abbiamo chiesto la partecipazione delle soprintendenze al Piano strategico, non ci è stato risposto.

E' giunto il momento di aprire un confronto e fare chiarezza". "Noto un irrigidimento ed una decisa ed esplicita tendenza alla politicizzazione da parte di funzionari dello Stato, che dovrebbero essere esclusivamente al servizio delle istituzioni - continua il sindaco - Vorrei che ci fosse più trasparenza e che si dicesse esplicitamente cosa si vuole fare. Mi chiedo anche se questa reazione di tipo conservatore non derivi anche dalla proposta di autonomia avanzata dalla Regione, al timore che questi processi di riforma possano sottrarre peso e spazio".

"Non pongo aut-aut - continua Domenici - ma un problema di opportunità nei confronti della città. Vorrei capire se le condizioni di un rapporto chiaro e collaborativo con le soprintendenze esistano ancora. Se così non è, come mi pare, allora scelgo un'altra linea e la porto avanti. Allora chiedo che la città di Firenze ed il Comune partecipino direttamente alla gestione delle icone dell'arte fiorentina, prima di tutto del David. Su questo intendo ricostruire il quadro storico della vicenda ed aprire un confronto: proponendo per esempio la cogestione, che può portare vantaggi a tutti".

Il David di Michelangelo, come ricorda l'assessore alla cultura Silaini, dal 1504 al 1873 è stato collocato sull'arengario di Palazzo Vecchio, dove ora si trova una copia. Nel 1871 un atto notarile sancì ufficialmente che la proprietà di Palazzo Vecchio con i relativi "annessi e connessi" era del Comune di Firenze: dunque anche l'arengario e le statue che vi alloggiavano. Due anni dopo, per sottrarre la statua ai danni degli agenti atmosferici, una commissione municipale-governativa stabilì che l'opera andava portata al chiuso e fu deciso di trasferirla alla galleria dell'Accademia, dove tuttora si trova.

"Naturalmente qui non si tratta di spostare il David - precisa il sindaco - né semplicemente di partecipare agli utili della bigliettazione. Si tratta della gestione complessiva: la città e il Comune, per esempio, non sono mai stati interpellati sulla delicatissima questione del restauro della statua. L'8 settembre dell'anno prossimo sarà il 500° anniversario del David. Anche in vista di quella data, noi seguiremo la nostra strada e la linea della Regione". In serata, Domenici ha avuto un lungo e cordiale colloquio telefonico con il ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani.

Al ministro il sindaco ha spiegato il senso della sua iniziativa, in alcun modo indirizzata contro Urbani ed il suo ministero, con i quali continuerà il rapporto di collaborazione interistituzionale.

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