Riattivare la stazione Leopolda per la metropolitana leggera di Firenze?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 luglio 2003 07:42
Riattivare la stazione Leopolda per la metropolitana leggera di Firenze?

"Le dico quello su cui stiamo lavorando. Le Ferrovie dicono di essere disponibili a riattivare la stazione Leopolda e a farci arrivare treni da Siena e in parte anche da Pisa. Naturalmente questo presuppone che poi ci sia un trasporto pubblico locale che si attesta a quella stazione. Noi abbiamo previsto in ogni caso una linea di bus elettrico, la cosa migliore per collegare verso il centro. Nel frattempo sto discutendo con le Ferrovie per utilizzare l'enorme spazio che loro hanno alla stazione delle Cascine, e realizzare un grandissimo parcheggio per chi arrivando lì con la macchina poi sale su una navetta ferroviaria che lo porta alla Leopolda.

Quello spazio potrebbe essere utilizzato anche eventualmente per la residenza intorno. Naturalmente quel braccio di ferrovia tra Cascine e Porta al Prato andrebbe elettrificato: lì le Ferrovie ci hanno fatto una richiesta intorno al miliardo di lire. Stiamo vedendo se riusciamo a stanziarlo nel prossimo bilancio".
Questo è quanto ha dichiarato l'assessore alla Mobilità e all'Ambiente Vincenzo Bugliani il 24 luglio scorso, durante il lungo colloquio avuto a Palazzo Vecchio con una delegazione del Coordinamento dei Comitati Cittadini (CCC).
Esistono dunque serie possibilità che la stazione ferroviaria inaugurata il 2 giugno 1848 per il collegamento con Pisa e Livorno torni alle proprie funzioni originarie, oggi più che mai necessarie per contribuire alla soluzione del nodo-traffico nella città 'capitale della cultura'.

La riattivazione della stazione Leopolda, infatti, collocata com'essa è in pieno centro, è in grado di offrire numerosi benefìci sinergici a Firenze e al suo hinterland:
mette a disposizione un approdo in centro alternativo a Santa Maria Novella, rappresentando un vero e proprio polmone, un fattore importante di distribuzione del movimento passeggeri che - dobbiamo augurarci - sceglierà in futuro sempre più la metropolitana leggera, se Enti Locali e Trenitalia si mostreranno in grado di dare corpo agli antichi quanto disattesi impegni alla "cura del ferro";
diversifica e dunque alleggerisce gli attestamenti in centro, potendo assorbire importanti porzioni di flussi turistici (visitatori, turismo d'affari e congressuale) provenienti da Siena, da Pisa e dai rispettivi aeroporti (contribuendo così a tenere sotto controllo la pericolosa domanda di trasporto aereo su Firenze-Peretola);
libera binari e tracce con destinazione Santa Maria Novella, senza bisogno di dipendere dalla presunta 'bacchetta magica' di una lontana e improbabile TAV;
aiuta a velocizzare l'atteso ammodernamento del "sistema di governo" di Santa Maria Novella, oggi antiquato: ammodernamento che porterebbe da solo - ha riferito l'assessore Bugliani - a raddoppiare la ricettività di quella stazione strategica;
decongestiona il nodo di Porta al Prato da quote di traffico automobilistico.


Si tratta adesso di passare - e tempestivamente - dalle parole ai fatti. Un miliardo di vecchie lire non può e non deve costituire un ostacolo insormontabile, in una città abbandonata a una sarabanda di cantieri pesanti, lunghi e costosi (il solo pacchetto TAV costa oltre 2.400 miliardi pubblici di vecchie lire, dei quali 458 a carico - non si sa come - del Comune!) in nome di una modernizzazione che difficilmente porterà buon frutto. La metropolitana leggera, di cui la riattivazione della Leopolda rappresenta un tassello strategico, è un autentico portatore di modernità e disinquinamento: può e deve essere implementata subito.

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