Al Teatro della Meridiana ieri sera il 66° Maggio Musicale ha salutato la città con un evento offerto da Fondiaria-SAI

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 luglio 2003 08:28
Al Teatro della Meridiana ieri sera il 66° Maggio Musicale ha salutato la città con un evento offerto da Fondiaria-SAI

Firenze - Giunge a conclusione il 66° Maggio Musicale, ieri sera nel nuovo spazio nel Giardino di Boboli. Anche ieri evento mondano per assitere all'ultima esibizione del Coro e dell'Orchestra del Maggio impegnati in musiche di Mozart, Haydn, Prokof'ev, Brahms e Ravel, che Firenze, contrariamente agli anni scorsi, ha potuto seguire esclusivamente su maxischermo in Piazza della Signoria. Nel pomeriggio un avvenimento inedito: Zubin Mehta ha diretto la "Gran Partita" di Mozart con gli strumentisti del Maggio nella Sala Botticelli degli Uffizi, esclusivamente per gli ospiti di Fondiaria-Sai, in un irripetibile concerto da camera davanti alla celeberrima Venere, restaurata negli anni Ottanta proprio grazie al contributo della Compagnia assicurativa.

Attraverso il Corridoio Vasariano gli invitati sono poi giunti a Palazzo Pitti per cenare sulla terrazza del Rondò di Bacco, prima di accomodarsi di fronte al Teatro coronato dal Pegaso alato. Al gran completo la famiglia Ligresti, ormai assidua a Firenze, sia al teatro che allo stadio comunale.
Il nuovo teatro, progettato da Quirino Conti per accogliere ogni anno gli ultimi spettacoli del Festival e la programmazione estiva, ha un risultato semplice, molto suggestivo, dal punto di vista architettonico.

Di minore effetto, forse perché il progetto non è stato realizzato integralmente, dal punto di vista acustico. L'assenza di una vera e propria cassa armonica (alle spalle del palco la collina in erba avrebbe dovuto originariamente essere coperta da una scalinata in legno) appiattisce un poco la voce degli archi e mette invece in evidenza gli ottoni, più in alto rispetto al resto dell'orchestra. Il risultato è un suono soffuso, che ha accentuato l'interpretazione trasognata che Metha ha inteso trasmettere del Romeo e Giulietta di Prokof'ev.

Meglio quando, con il coro in scena, il corpo dei maestri faceva schermo rivolto alla platea. E ancor più per Daphnis et Chloé, un brano assai congeniale alla direzione dal direttore principale del teatro del Maggio musicale fiorentino. Chiusura fuori programma con un patriottico, o forse ironico, Va' Pensiero.

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