Tragico incidente dello Statuto della
scorsa notte, poi verso le 15 un motociclista è stato protagonista di uno scontro in piazza Batoni, all'altezza del semaforo lungo il viale Talenti. Z.L., giovane fiorentino, ha riportato ferite molto serie ed è stato trasferito d'urgenza a Careggi, dove si trova ricoverato in prognosi riservata. Sulla dinamica sono in corso gli accertamenti da parte della polizia
municipale.
"Ogni volta che c'e' un incidente di una certa gravita' -commenta Vincenzo Donvito, presidente Aduc- si resta tutti ammutoliti del fatto che le cause si conoscono, ma rimangono li', imperterrite e inamovibili.
Aspettando la prossima sventura.
Stiamo parlando di una citta', Firenze, dove sembra che il destino si sia divertito a renderla eternamente pericolosa, dentro una gabbia in cui gli abitanti sono incatenati e costretti a farsi male, nel fisico come nell'estetica.
La materia del contendere sono le catene e i cordoli che, a nostro avviso, fanno solo la gioia delle aziende che producono questi oggetti nonche' dei loro installatori. Ma il bene, la sicurezza e la bellezza pubblica ne risentono, lasciando sul selciato, com'e' capitato ieri in un sottopassaggio poco illuminato della ferrovia, la vittima fisica di turno del cordolo assassino.
Ma ci sono le numerose altre vittime che non fanno notizia perche ' non muoiono. Come -per le catene- ci sono le ambulanze che non riescono a
passare e lasciano che i feriti si trasformino in morti (ci riferiamo ad un fatto accaduto qualche anno fa e per cui denunciammo il Comune per omicidio colposo, ma il magistrato non ne volle sentire ragione).
Alla base di tutto questo c'e' una specifica politica che vede nelle catene, negli ostacoli l'unico modo di dialogare con gli amministrati. Al punto tale che vi sacrifica anche la bellezza che la citta' di Firenze ha acquisito nel passato.
Non basterebbero delle strisce, dei cartelli discreti (e non quelle palandrane da indicazioni autostradali che mortificano anche l'ambiente urbano e i monumenti che hanno intorno), per indicare ad abitanti e visitatori cosa e' lecito e cosa non lo e'? Perche' non dare fiducia all'urbano e al suo senso civico, salvo sanzionarlo in caso di non rispetto? Tra l'altro i cordoli, specie quelli che delimitano le piste ciclabili, sono costantemente scavalcati da disperati scaricatori con furgoni, che non saprebbero in quale tasca infilarselo per svolgere quel lavoro per cui circolano con tanto di autorizzazione anche nelle zone a traffico limitato.
Forse in una citta' de-catenata e de-cordolizzata, all'inizio ci sarebbero piu' problemi, perche' gli amministrati si erano abituati ad essere incatenati, e farebbero come il comune cane: quando gli si leva la catena, la prima cosa che fa e' correre.
Comunque: meglio qualche problemino in piu' che aspettare il prossimo cadavere.
Ma finito l'effetto da scatenamento, anche il cane cammina accanto al padrone e rispetta le sue indicazioni: gli conviene. Cosi' come converrebbe al non-cane che vivesse in una Firenze senza catene. Il trucco e' tutto nel comunicare e ricordare (con discrezione estetica) questa convenienza".