"Lettere per Bagdad": un modo diverso di raccontare la guerra in Iraq
Storie e domande di fiorentini iracheni e americani

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 maggio 2003 19:34
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Si intitola "Lettere per Bagdad" il libro che racconta i giorni della guerra in Iraq attraverso le storie, le speranze, le angosce, la disperazione di cittadini iracheni e americani che vivono a Firenze. C'è, innanzitutto, l'ansia di avere notizie dei parenti rimasti in Iraq, la preoccupazione per il destino del proprio popolo e tante domande. Il libro, curato dal giornalista Osvaldo Sabato e realizzato dall'assessorato all'immigrazione, raccoglie, appunto, una serie di lettere scritte da iracheni fiorentini e da americani dell'Associazione Usa - Iraq, ed è stato presentato stamani in piazza della Repubblica dall'assessore Marzia Monciatti.

"Vorrei sottolineare di nuovo che il fatto che la guerra sembri finita non deve significare che debbano finire la memoria e l'impegno contro tutte le guerre, a cominciare da quelle preventive. L'idea di risolvere le cose esportando la democrazia è un'idea che non ci appartiene" ha detto l'assessore all'immigrazione Marzia Monciatti. E' stata Bushra poi, che vive a Firenze da 13 anni e che ha scritto molte delle lettere contenute nel libro, a raccontare qual è la situazione in Iraq: "Ho sentito ieri i miei parenti - ha detto - non c'è elettricità, non c'è acqua e la gente ha paura a girare per le strade".

Le domande di Nancy Bailey, americana fiorentina, invece, sono tutte rivolte agli Usa: "Dove sono ad esempio i prigionieri che dicono di avere preso? E le armi di distruzione di massa possedute dal regime?". Anche domani, a partire dalle 11 in piazza della Repubblica, sarà possibile ritirare una copia del libro in cambio di un'offerta al Comitato aiuti Iraq che ha aperto il conto postale numero 41584053 e presso la Banca popolare etica sul conto corrente numero 511720.

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