Mostra dei ferri taglienti a Scarperia, Palazzo dei Vicari dal 31 maggio al 14 settembre 2003

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 maggio 2003 15:37
Mostra dei ferri taglienti a Scarperia, Palazzo dei Vicari dal 31 maggio al 14 settembre 2003

La XXX edizione della mostra di Scarperia è dedicata al tema del passaggio di viaggiatori ed armati in transito attraverso il Passo del Giogo e con sosta a Scarperia dal XV al XVIII secolo. E’ allestita nelle sale nobili del Trecentesco palazzo dei Vicari e con lo stesso biglietto è possibile visitare anche il Museo dei ferri taglienti, che ha la sede in altri locali del Palazzo.
Saranno esposti circa 70 pezzi tra armi e coltelli, provenienti dal Museo Stibbert e ricostruzioni filologiche di abiti dell’epoca, che insieme alla scenografia dell’allestimento, ci aiuteranno a rivivere le abitudini e le necessità legate al viaggio nel passato.
La mostra di Scarperia mette in evidenza del materiale dello Stibbert non molto conosciuto, inquadrandolo in un tema storico: quello del ruolo che questo centro del Mugello ebbe dal XVI al XVIII secolo, sia come sede di vicariato nell’organizzazione territoriale del Ducato - e poi Granducato - di Toscana, sia come luogo di transito di «forestieri».

Uomini d’arme, truppe, mercanti, viaggiatori, pellegrini e quant’altri che percorrevano la via che valica l’Appennino al Passo del Giogo vi facevano tappa per rifocillarsi e pernottare. Questa umanità eterogenea per condizioni e provenienza recava armi, ma anche posate personali, diverse secondo la propria origine, che poteva collocarsi in uno dei vari stati e staterelli in cui era frazionata l’Italia, oppure in terre assai più lontane.
Coerentemente con questa impostazione, solo alcuni pezzi importanti sono toscani, come il bel corsaletto della Guardia Medicea di Ferdinando I, o le tipiche balestre a pallottole con cui ci si dilettava nella caccia agli uccelli.

Si può se mai osservare che, come quasi sempre accade, manca ciò che apparteneva ai più umili: la modesta posata del pellegrino, il rustico coltellaccio tuttofare del viandante di basso rango non avevano qualità tali da essere considerati degni di venire conservati.
Se il quadro privilegia inevitabilmente gli armati e i signori, è però vivacizzato da un certo numero di capi d’abbigliamento relativi all’epoca considerata. Si tratta di scrupolose ricostruzioni effettuate sulla scorta di immagini d’epoca e dovute alla passione e alla competenza di Sara Piccolo Paci, che da tempo si dedica allo studio dell’abbigliamento antico.

Gli esemplari sono realizzati in scala ridotta, ma con una precisa attenzione alle modalità di realizzazione, al tipo di cuciture, alla scelta delle stoffe. Ogni pezzo è accompagnato dall’immagine da cui è tratto, a testimoniare che non si tratta di semplici abiti «in stile», ma di precise ricostruzioni di quel che indossava un determinato personaggio raffigurato in una pittura.

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