Le frontiere del motore a scoppio a 150 anni dall’invenzione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 marzo 2003 15:19
Le frontiere del motore a scoppio a 150 anni dall’invenzione

Il primo motore a scoppio funzionante fu costruito 150 anni fa a Firenze da due toscani, il fisico padre Eugenio Barsanti e l’ingegnere Felice Matteucci, originari rispettivamente di Pietrasanta e di Lucca, che operando all’Osservatorio Ximeniano posero i primi passi di una realizzazione che ha segnato profondamente la civiltà contemporanea. Il risultato dei loro studi e delle loro sperimentazioni fu fissato in una memoria consegnata alla segreteria dell’Accademia dei Georgofili il 5 giugno 1853, data ufficiale della nascita dell’invenzione, poi registrata in numerosi brevetti europei ed internazionali.
A 150 anni di distanza i dipartimenti di Meccanica e tecnologie industriali e di Energetica dell’Università di Firenze organizzano venerdì 28 (inizio ore 16) e sabato 29 marzo (inizio ore 9) in Aula Magna - Piazza S.

Marco, 4 - il convegno internazionale “Le frontiere del motore a scoppio alle soglie del terzo millennio” a cui interverranno i maggiori esperti del settore italiani e stranieri. L’iniziativa - cui sono stati invitati il vice ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Mario Tassone e il presidente della Regione Toscana Claudio Martini – è stata promossa in collaborazione con il Comitato manifestazioni in onore di Barsanti e Matteucci, con l’ACI e numerosi enti e istituzioni lucchesi.
La manifestazione, oltre ad offrire un profilo storico dell’evoluzione del motore ad accensione comandata a partire dalle sue origini, traccerà anche le prospettive del futuro, dal crescente controllo dell’elettronica sul processo di combustione al motore a idrogeno e a quello a celle di combustibile.

Interverranno, fra gli altri, Stefano Iacoponi, Lucio Bernard, Rinaldo Rinolfi, del Centro Ricerche Fiat – dove quattro anni fa è stato inventato il “common rail”, il cosiddetto diesel pulito - e Giovanni Cipolla, responsabile dei motopropulsori Ferrari.
“In 150 anni molti progressi sono stati compiuti – ha affermato Paolo Citti, ordinario di Progettazione meccanica e costruzione di macchine presso l’ateneo fiorentino – oggi la ricerca di motorizzazioni alternative ci riporta in qualche modo al punto di partenza: anche Barsanti e Matteucci usarono l’idrogeno, a cui attualmente si guarda come prospettiva per il futuro.

Nel campo dei motori – ha proseguito Citti – la ricerca italiana mantiene comunque il primato, testimoniato anche dai successi dal team Ferrari”.

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