Sit-in a Ponte Santa Trinita contro la guerra
La Bandiera della Pace sventolerà anche da Palazzo Medici Riccardi
Palazzo Vecchio, 20 consiglieri pronti ad autodenunciarsi se la procura procede

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 febbraio 2003 07:11
Sit-in a Ponte Santa Trinita contro la guerra<BR>La Bandiera della Pace sventolerà anche da Palazzo Medici Riccardi<BR>Palazzo Vecchio, 20 consiglieri pronti ad autodenunciarsi se la procura procede

"La ricerca di soluzioni politiche è l'unica strada per una pace duratura". L'ha dichiarato l'assessore alle politiche del lavoro e immigrazione Marzia Monciatti dopo il sit-in delle donne di ieri mattina a ponte Santa Trinita a cui ha partecipato anche l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri e la consigliere comunale Susanna Agostini che insieme alle altre donne di comitati, associazioni hanno manifestato contro la guerra sotto lo slogan "Per fare la pace ci vuole coraggio". "da un punto di vista istituzionale bisogna fare il possibile, - ha continuato la Monciatti- per evitare il più possibile il ricorso alla guerra, l'unica cosa che mette veramente paura e ci rende più fragili e insicuri".
Venti consiglieri sono pronti ad autodenunciarsi se la procura aprirà un'inchiesta sulla decisione del sindaco di esporre la bandiera della pace da Palazzo Vecchio.

Si tratta di Walter Acciai, Susanna Agostini, Lavinia Balata Orsatti, Riccardo Basosi, Ugo Caffaz, Sabato Cerrato, Alberto Cianchi, Sandro Domenichetti, Vincenzo Esposito, Enrico Falqui, Giovanni Fittante, Alberto Formigli, Paolo Imperlati, Alessandro Lo Presti, Gregorio Malavolti, Lorenzo Marzullo, Massimo Mattei, Valdemaro Nutini, Alessio Papini, Luca Pettini. «Lunedì scorso - hanno spiegato - abbiamo proposto ed approvato, durante il consiglio comunale, un ordine del giorno che invitava il sindaco ad esporre temporaneamente la bandiera della pace sulla facciata di Palazzo Vecchio e nelle sedi decentrate dell'amministrazione comunale con l'invito altresì alle aziende partecipate del Comune ad esporre la bandiera della pace nelle proprie sedi e sui propri mezzi.

Ci siamo determinati a fare tale proposta in applicazione dell'articolo 12 del D.P.R. n. 121 del 7/4/2000 il quale dispone che "l'esposizione delle bandiere all'esterno ed all'interno delle sedi delle Regioni e degli Enti Locali è oggetto dell'autonomia normativa e regolamentare delle rispettive amministrazioni" e sia in considerazione che sia la Costituzione Italiana che la Carta delle Nazioni Unite ripudiano la guerra come mezzo per risolvere le controversie internazionali». Secondo i 20 consiglieri «il nostro pianeta sta attraversando un momento particolarmente delicato, visto che nelle prossime settimane è altissimo il rischio dell'esplosione di un conflitto mondiale contro l'Iraq che finirebbe non soltanto per destabilizzare l'intero pianeta, ma soprattutto per comportare devastazione in tutto quel territorio e numerosissime vittime anche tra la popolazione civile».

«Numerose ed autorevoli voci - hanno proseguito - si sono alzate in Italia ed in tutto il mondo per dichiarare che la guerra non è inevitabile. Un numero sempre più crescente di nostri concittadini sta scegliendo di esporre alla propria finestra una bandiera con i colori dell'arcobaleno a testimonianza di un impegno visibile e concreto per la pace. A nostro avviso un ruolo fondamentale delle istituzioni locali è quello di mostrare senso di responsabilità adoperandosi per costruire le possibilità di pace dal basso, nelle forme di una sempre più ampia conoscenza e collaborazione tra i popoli e la bandiera della pace testimonia simbolicamente, oltre che l'adesione ad un valore universale come quello della pace, che è patrimonio di tutti i cittadini del pianeta, anche l'impegno ad adoperarsi per impedire, nell'ambito delle proprie possibilità, l'esplodere della guerra».

«La bandiera della pace - hanno concluso - è stata esposta in luogo diverso da quello adibito all'esposizione del tricolore e della bandiera europea. In conseguenza del voto liberamente espresso insieme al sindaco nella seduta del consiglio comunale di lunedì scorso, qualora nei confronti della persona del sindaco si ravvisasse una qualsivoglia ipotesi di reato ci riteniamo in tutto corresponsabili».
Tre documenti presentati ed approvati ieri dal Consiglio Provinciale di Firenze in seduta straordinaria sulla crisi internazionale e la minaccia di guerra in Iraq.

Approvata la mozione di Rifondazione Comunista (10 i voti a favore, oltre i proponenti anche i Comunisti Italiani e parte dei DS, 9 astenuti: parte dei Ds ed i Verdi e 9 contrari: la Casa delle Libertà ed i Popolari). La mozione prevede l’adesione della Provincia alla giornata contro la guerra del 15 febbraio e la partecipazione di una delegazione, con Gonfalone, alla manifestazione di Roma. Inoltre invita il Consiglio ad opporsi con fermezza alla guerra annunciata e minacciata contro l’Irak da parte degli Stati Uniti e dei paesi alleati.

Denuncia le scelte del governo Berlusconi e si oppone al coinvolgimento del nostro paese in questa avventura, decide, infine di esporre la “Bandiera della Pace” nel Palazzo della Provincia. Approvata anche la risoluzione presentata dalla Giunta (a favore 20 voti della maggioranza e di Rifondazione Comunista, contro la Casa delle Libertà). Eventuali sanzioni contro Saddam Hussein devono essere prese in sede Onu, viene inoltre denunciata l’ambiguità dei comportamenti e la leggerezza del governo Berlusconi, ritiene che l’Onu non debba deliberare per un’azione militare giudicando che questo porterebbe ad un incremento del terrorismo islamico, apprezza tutti gli sforzi condotti da vari soggetti che, in queste ore si stanno adoperando per scongiurare la guerra, con particolare riferimento al piano franco-tedesco richiamato positivamente dalla Commissione Europea presieduta da Romano Prodi e delibera di aderire alla manifestazione del 15 marzo e ad esporre sulla sede provinciale la “Bandiera della Pace”.

Approvata, infine, anche la risoluzione presentata da Forza Italia (con 8 voti a favore, 15 astenuti e 4 voti contrari: Rifondazione Comunista e Comunisti Italiani) che invita il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a decidere, contestualmente all’esilio del dittatore, di porre l’Irak sotto un regime democratico da parte di un’Amministrazione fiduciaria internazionale, affidando ad un uomo di stato di altissimo livello il compito di predisporre, entro il termine di due anni, le condizioni di un pieno esercizio dei diritti e delle libertà per l’insieme degli irakeni e chiede al Presidente del Consiglio di inviare la risoluzione al Presidente del Senato e della Camera dei Deputati con l’invito a promuovere ogni iniziativa tesa al raggiungimento dell’obiettivo.
“L’esposizione della cosiddetta bandiera della pace dal pennone di un ente pubblico costituisce un grave illecito, che, a giudizio di alcuni giuristi, potrebbe configurarsi anche come una forma di vilipendio della bandiera nazionale”.

Lo ricorda il capogruppo di Alleanza Nazionale a Palazzo Medici Riccardi, Enrico Nistri, commentando il voto con cui il Consiglio Provinciale ha approvato l’esposizione del drappo al balcone della Provincia. “Il centro-destra – sostiene Nistri – non può avallare l’illegalità, perché il federalismo non deve costituire un alibi alla violazione delle norme generali e per l’imposizione, da parte del potere locale, di un vessillo di parte accanto a bandiere istituzionali come il Tricolore, la bandiera europea e il gonfalone della Provincia”.


Per questo Nistri invita i colleghi del centro-destra a boicottare le sedute del Consiglio, finché a Palazzo Medici Riccardi non verrà ripristinata la normalità istituzionale. “Si tratta, è vero, di una questione di simboli. Ma ci sono momenti – sostiene Nistri - in cui i simboli possono contare più delle questioni di bottega. Anch’io sono per la pace, ma non mi riconosco nel pacifismo di chi utilizza una gravissima crisi internazionale come strumento per attaccare il governo e per violarne le leggi, dimostrando un’allarmante assenza di senso dello Stato”.

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