Elettrodotto Casellina-Tavarnuzze: il nuovo progetto è una vittoria dei comuni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 febbraio 2003 19:31
Elettrodotto Casellina-Tavarnuzze: il nuovo progetto è una vittoria dei comuni

Scandicci – Ulteriore e definitivo passaggio verso la soluzione della vertenza che per lunghi anni ha contrapposto i comuni di Scandicci ed Impruneta ad Enel per la tratta di elettrodotto da 380 kv che da Casellina arriva alla centrale di Tavarnuzze per poi proseguire verso Cavriglia. Ieri Enel ha depositato le integrazioni al progetto con il quale sono stabilite le caratteristiche del nuovo impianto. E dove risultano accolte le richieste a suo tempo sostenute dai sindaci Doddoli e Capezzuoli, appoggiate dai cittadini, dai comitati, dalle associazioni ambientaliste e da un significativo movimento di opinione nazionale ed internazionale.

Così, entro non molto, verranno demoliti gli attuali tralicci che deturpano la parte collinare di Scandicci, e dell’attuale elettrodotto, che da due terne passerà ad una sola, rimarrà quindi ben poco. Nella parte pianeggiante, una volta uscito dalla centrale di Casellina, la linea correra su tralicci che si allontaneranno dai punti sensibili di via delle Prata e Villa il Diluvio. Poi, all’altezza di Poggio Secco, invece di arrampicarsi verso la collina di Giogoli, l’elettrodotto girerà a destra.

Si infilerà nella valle del torrente Vingone per risalire verso Poggio della Monaca e da qui, verso la centrale di Tavarnuzze dove l’ultimo tratto sarà interrato. Da Casellina in poi i piloni del vecchio tracciato saranno sostituiti da altri, mediamente più bassi di circa 20 metri, colorati di verde quindi meno invasivi ed impattanti. E probabilmente di un disegno davvero innovativo. In tal senso lo scorso ottobre l’architetto Norman Foster è stato a Scandicci, invitato dal Sindaco e dall’assessore Simone Naldoni, per presentare il suo prototipo di pilone che vinse ex equo il concorso “Tralicci d’autore” organizzato da Enel “nel febbraio 2000.
“Alla fine abbiamo avuto ragione a lottare con determinazione per eliminare questo impianto”, afferma con soddisfazione l’assessore alle infrastrutture Simone Naldoni.

Che ricorda come questo nuovo progetto sia proprio il frutto di una ostinata e puntigliosa vertenza che dalla primavera del 1997 ha impegnato i sindaci Doddoli e Capezzuoli. Una vertenza partita addirittura con l’ipotesi dell’interramento dei tre chilometri di tracciato collinare sotto l’autostrada approffitando dei lavori per la terza corsia. Una ipotesi questa dimostratasi poi tecnicamente impossibile da realizzare per ragioni di sicurezza. La scelta di interrare passando per le colline fu invece esclusa per motivi di impatto: i danni causati dallo scasso per l’interramento sarebbero stati infatti ancora più dannosi per l’ambiente.

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