Cinema: Spider di David Cronemberg
Affitate se potete una cassetta video che vi farà pensare per la sua sorprendente attualità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 gennaio 2003 07:23
Cinema: Spider di David Cronemberg<BR>Affitate se potete una cassetta video che vi farà pensare per la sua sorprendente attualità

Dennis, detto Spider, è uno schizofrenico: volto emaciato, occhi spersi, con problemi deambulatori, vive in un tempo tutto suo, dove passato e presente, vero o falso, quello che lui crede sia accaduto e quello che è realmente successo, si sovrappongono continuamente. Lui cerca il bandolo della matassa che si è intessuta intorno alla sua esistenza, vede il volto di sua madre in tutte le donne che incontra, seguiamo la sua follia tutta interiore, il bravissimo regista canadese David Cronemberg ha dichiarato: “ Quello che mi interessava era il problema dell’identità perduta.

Quando sentiamo che la vita, il nostro percorso interiore ci sfugge siamo in un territorio che riguarda tutti noi non solo gli schizofrenici. E lo stesso territorio di Kafka di Proust, di Beckett”. Lo spettatore infatti si fa prendere a poco a poco dalla trama, dalla “ragnatela ” che il protagonista ci avvolge intorno,catapultandoci così perfettamente nel suo folle mondo.
La fragilità di Spider ha toccato prima di tutti il cuore del regista: “Se leggiamo le notizie di cronaca sappiamo che basta un secondo per cambiare la nostra vita completamente: può essere un esplosione, un trauma mentale, un ictus, un collasso economico.

Se uno ha sensibilità per le cose della vita, non ha paura a guardare in faccia la realtà, a considerare questa possibilità. Al contrario di quelli che la temono, la evitano. Questo è il significato di Spider per me”. Una pellicola difficile da capire, ma proprio per questa bellissima da vedere, con tematiche forti, quali il complesso edipico, l’atto sessuale vissuto da un bambino come confusione, e percepito come presunta violenza del padre sulla madre.

E’ arrivato il Cavaliere, commedia del ’50 , diretta da due maestri indiscussi del cinema italiano Monicelli e Steno.

La pellicola dai toni vagamente surreali è tratta dalla piece “ghe pense mi” di Metz e Marchesi. Nel film viene sottolineata la comicità milanese fatta di giochi verbali e di richiami satirici alla retorica mussoliniana ( ricordando così il Grande Dittatore di Chaplin). Le vicende dell’intrepido Cavaliere “ghe pense mi”, sono basate su una serie di astuti marchingegni che lui mette in atto per evitare di essere sfrattato da un terreno dove vive con altri barboni. Diventa precettore del turbolento figliolo del proprietario dell’area, manda a monte il matrimonio della signorina (Pampanini) che ha ricevuto la proprietà come regalo di nozze, infine favorisce la scappatella di un onorevole per impedire che su quel terreno dove vive, passi la metropolitana di imminente realizzazione.

Dicono che i veri artisti creano opere senza tempo, perché sanno che i meccanismi dell’animo umano non hanno età: questa pellicola ne è la conferma.
[B. B.]

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