Sessantasei milioni di euro per rilanciare lo sviluppo locale

Redazione Nove da Firenze
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06 dicembre 2002 07:05
Sessantasei milioni di euro per rilanciare lo sviluppo locale

FIRENZE- Oltre sessantasei milioni di euro per lo sviluppo locale, per un investimento complessivo che supera i 162 milioni di euro, i quali finanzieranno progetti immediatamente cantierabili che riguardano i beni culturali, i trasporti, l’ambiente, ma anche il cablaggio, la metanizzazione, gli acquedotti e gli asili nido. E’ lo stanziamento deciso nelle ultime due sedute, con tre distinte delibere, dalla giunta regionale toscana su proposta dell’assessore al bilancio e alla programmazione Marco Montemagni.

Tre milioni arrivano da fondi regionali, gli altri 63 sono risorse destinate dal Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) alle aree depresse con cui la Regione Toscana ha deciso di finanziare i progetti all’interno degli accordi quadro dell’intesa firmata dalla giunta e dal governo a marzo del 1999. “Per i fondi legati allo sviluppo sostenibile, quelli della legge regionale 41 del 1998, abbiamo voluto privilegiare opere strategiche in aree che non rientravano tra quelle coperte dell’Obiettivo 2 – spiega l’assessore Montemagni – Con i fondi Cipe i criteri di scelta sono stati invece più di uno.

Abbiamo finanziato opere che erano già state inserite in alcuni patti territoriali, a Pistoia, a Pisa e nel Mugello, non compresi fra quelli che il ministero aveva approvato. Abbiamo voluto rilanciare progetti di innovazione e di ricerca legati ad una strategia più ampia di sviluppo di alcuni settori tipici della Toscana come la moda, la nautica da diporto, il mobile, l’orafo o la piccola e media impresa; altri progetti sono più strettamente legati all’innovazione tecnologica e allo sviluppo innovativo.

Abbiamo privilegiato la depurazione delle acque in quelle zone di montagna rimaste finora ai margini delle aree di intervento e il trasporto alternativo”. Un esempio: a Pisa sarà recuperata la rete del Canale dei Navicelli. Per i beni culturali l’attenzione si è concentrata invece sulle aree in phasing out, mentre per gli asili nido la priorità è stata data ai comuni più piccoli. “Ma soprattutto – aggiunge Montemagni – la grande novità è che abbiamo deciso di porre al centro della nostra azione lo sviluppo locale, capo saldo anche del nuovo Prgramma regionale di sviluppo.

Abbiamo lavorato su proposte che venivano dagli enti locali, tutte concertate. E l’integrazione, di opere e di risorse, è un’altra componente forte della procedura che abbiamo messo in atto: l’intervento della Regione sarà infatti aggiuntivo e non sostitutivo”.

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