Calcio : dentro e fuori dal campo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 novembre 2002 14:59
Calcio : dentro e fuori dal campo

In questo periodo il calcio parlato sta nettamente superando il calcio giocato, con denunce, querele, dimissioni annunciate e dismissioni dichiarate. Da un lato alcuni presidenti di Serie A alimentano forti polemiche sugli arbitri con un solo obiettivo: ridisegnare l’assetto della Lega Nazionale Professionisti. Dall’altro la Lega Professionisti Serie C sta lavorando sull’ipotesi di trasformare le attuali serie C1 e C2 in un’unica terza serie, con 4 gironi da 20 squadre. Nel mezzo un componente del Consiglio di Lega, già presidente della Lazio, mette in vendita la squadra per problemi economici del gruppo che ne detiene la proprietà, mirando velocemente alla ristrutturazione complessiva dell'indebitamento. In tutto questo la Covisoc è chiamata ad un grande lavoro di controllo perché gli scricchiolii sentiti nel caso Fiorentina non si trasformino in crepe profonde del sistema, con la conseguenza di vedere molte squadre inghiottite nel baratro dei bilanci “allegri” con conti economici fuori da ogni controllo per anni. Le ridicole gestioni delle società hanno prodotto i guasti che sono sotto gli occhi di tutti, originati dai contratti pluriennali e dall’utilizzo spregiudicato delle plusvalenze. Per uscirne è indispensabile la ferrea equiparazione tra l’illecito amministrativo e l’illecito sportivo, così che non possa più essere iscritta al campionato la società che abbia debiti nei confronti di tesserati, fisco, enti previdenziali. Fosse già stata applicata a dovere, oggi sarebbero in pochi a giocare i rispettivi campionati. Per questo l’impegno di ridisegnare i campionati cadetti (prima la Serie C e poi la B) sembra l’operazione chirurgica necessaria a preparare il contenitore delle squadre che usciranno indenni (quante saranno? difficile dirlo) da un vero controllo economico delle gestioni, ormai non più rinviabile. Se questa soluzione per la “bonifica” nella serie B e nella serie C può essere praticabile, molto più complesso pare l’intervento per la serie A, dove si sovrappongono e si dividono i vari interessi personali che danno origine all’attuale schizofrenia. Diritti televisivi, presidenza della Lega, Nord contro Sud (o viceversa), pesanti denunce degli arbitraggi, squadre in vendita, ingerenze dei procuratori evidenziate da allenatori, sguaiate partecipazioni televisive: non manca niente. Nel frattempo chi vende il prodotto serie A si affanna a raccontare di mirabolanti partite, strepitosi risultati internazionali (azzurri a parte), imminenti incontri con 6000 televisioni collegate in diretta da tutto il globo per assistere all’evento: la domenica che verrà è ogni volta la madre di tutte le domeniche calcistiche…. Poi qualcuno si stanca e si accorge che il campetto vicino a casa, dove giocano i giovanissimi e gli allievi della squadra del quartiere, è quasi più divertente. E i commenti che i genitori dei futuri campioni dedicano all’allenatore e all’arbitro sembrano normali. (as)

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