Intercity Athina 2002: Ulissinbad di Xenia Kalogheropoulou, in prima nazionale in italiano, al Teatro della Limonaia, 15 ottobre ore 21.15

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2002 11:56
Intercity Athina 2002: Ulissinbad di Xenia Kalogheropoulou, in prima nazionale in italiano, al Teatro della Limonaia, 15 ottobre ore 21.15

Xenia Kalogheropoulou è attiva da molti anni nel teatro per ragazzi, come regista, traduttrice e infine come autrice. Ulissinbad è la sua opera prima presentata dalla sua compagnia Mikre Porta nel 1981, con un notevolissimo successo di pubblico e critica. La pièce, infatti, è stata realizzata da moltissimi teatri greci e tradotta in otto lingue. La struttura è semplicissima e deriva dalla scelta di unire due testi fondamentali della cultura mediterranea: l’Odissea e Le mille e una notte, in seguito a uno scacco subito dall’autrice che aveva tentato di realizzare un adattamento del poema omerico, ma non ne era rimasta soddisfatta.

I due personaggi, coincidenti per molti aspetti, cantano e recitano le loro celebri avventure, mentre i personaggi di contorno strizzano l’occhio alle maschere del repertorio di Carlo Gozzi. Secondo le parola dell’autrice (dalla prefazione al testo): “da quando esiste la nostra compagnia di teatro per bambini, la mia idea di quello che dovesse essere uno spettacolo di questo genere è cambiata molte volte e cambierà ancora. Negli ultimi tempi si è formata in me un’immagine vaga, ma ossessiva: quella di un testo simile ai racconti antichi che si indirizzasse ai grandi come ai piccoli, in cui quello che i bambini non potevano comprendere li portasse a indovinare… a sognare.

Come avevamo messo in scena dei bambini e i loro problemi, ora volevo mostrare degli adulti che lottano, che soffrono, che si innamorano, che muoiono, forse. Cercavo un canovaccio solido, in cui la magia sembrasse quotidiana e la quotidianità magica”. Nel testo, quindi, un narratore che spesso si dimentica di tutto e il suo aiutante pedante e precisissimo introducono cantando o parlando i vari eventi della storia, fino al finale, che in tutte le trame basate su lunghi viaggi in mare e lente peregrinazioni, non può che essere un riconoscimento: “che è un tema tradizionale molto antico nella letteratura greca, in cui ho utilizzato senza problemi tutti i cliché del dramma e della poesia popolare (…) quando viene il momento, le navi sono dimenticate, il mare sparisce e i due uomini si ritrovano di fronte al pubblico mentre il narratore canta”.

Così si conclude il percorso del viaggiatore mitico dalla doppia identità, che ha inaugurato anche il percorso nella drammaturgia dell’autrice.

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