Michelangiolesca: venerdì 12 luglio dalle ore 17 l’Independent Explosion Tour

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 luglio 2002 12:54
Michelangiolesca: venerdì 12 luglio dalle ore 17 l’Independent Explosion Tour

Approda venerdì 12 luglio (apertura dalle ore 16, ingresso €13) al Piazzale Michelangelo di Firenze – nell’ambito della rassegna Michelangiolesca/ Firenzestate 2002 promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze - l’Independent Explosion Tour, rassegna musicale itinerante all’insegna del “Just for Fun”, sul modello del Warped Tour americano. Sul palco il meglio della scena reggae/steady/ska italiana: si comincia alle ore 17 con Captain Nice, Mutzhi Mambo e Shakedown.

Calano le prime ombre e sul palco è la volta degli Shandon degli emergenti Poppers, seguiti a ruota dagli storici Persiana Jones... (occasione buona per ascoltare il nuovo album Agarra la Onda) e dai grandissimi (ore 22) Giuliano Palma & The Bluebeaters, la superband composta alcuni dei migliori musicisti del reggae/ska italiano.
GIULIANO PALMA & THE BLUEBEATERS
Giuliano Palma & the Bluebeaters sono il primo gruppo in Italia ad aver affidato il loro album d’esordio a una vendita esclusivamente on line.

Su Internet in cd ha riscosso un successo al di sopra di ogni aspettativa! Oggi, a un anno di distanza dalla pubblicazione di The Album, Giuliano Palma & The Bluebeaters decidono di ripubblicare il disco servendosi dei classici canali della distribuzione discografica. Rispetto alla prima versione, la “nuova edizione” di The Album, pur mantenendo lo spirito originario del disco (una raccolta di cover rielaborate in versione ska) contiene due brani inediti: due cover di classici di Gino Paoli (“Domani”, “Che cosa c’è”), cantati da Giuliano insieme al cantautore ligure.

Il disco, pubblicato dall’etichetta dei Bluebeaters (la King Size Records) sarà distribuito dalla V2 Italy. Il primo CD di Giuliano Palma & the Bluebeaters contiene una sequenza mozzafiato di cover suonate rigorosamente live in studio in stile ska/rocksteady. Il risultato sono dei rifacimenti di successi come “See You Tonite” di Gene Simmons (sì, proprio lui, quello dei Kiss), “Wonderful Life” di Black, “Believe” di Cher, "I Don't Know Why I Love You (But I Do)" di Clarence "Frogman" Henry, "Stop Making Love" dei Four Tops, “Wonderful life” di Black, "World's Fair" dei maestri Skatalites, "Coming In From The Cold" di Bob Marley, una versione in inglese di "Grande Grande Grande" di Mina, vecchi brani giamaicani anni '60 come “World's Fair”, “How many times”, “I don’t want to see you cry”, “There's a reward” o “Tell me now”, hit reggae anni '70 come “Desperate lover” e “Let him try”.

A questi vanno aggiunti gli ultimi arrivi: “Domani” e “Che cosa c’è”, riveduti e corretti in compagnia del suo autore: Gino Paoli.
PERSIANA JONES - PRIMA....IL NUOVO DISCO: AGARRA LA ONDA
Sono passati due anni dalla pubblicazione di PUERTO HURRACO. Allora il punto di partenza era stato un bar di Barcellona (Puerto Hurraco, appunto). Quest’anno i Persiana Jones partono da ancora più lontano. Precisamente dal Messico. Già, perché AGARRA LA ONDA (in italiano “acchiappa l’onda”, ma anche “cogli l’attimo), è un detto dei surfisti messicani.

Il Messico dunque è il punto di partenza ideale del quinto disco della band torinese. In pratica però tutto parte ancora dalla città dove Persiana Jones hanno realizzato la maggior parte dei loro progetti: lo studio di registrazione Transeuropa. Qui il gruppo ha iniziato a lavorare ai primi tre brani dell’album con un produttore d’eccezione: DARIAN RUNDALL. Uomo di punta della Epitath (ha prodotto tutti i dischi dei Pennywise oltre che di gruppi come US Bombs o Suicidal Tendencies), Rundall si è chiuso in studio con il gruppo per 10 giorni.

Il risultato? “Ho bevuto litri di thé e di Red Bull” racconta Silvio. “perché questi produttori americani vogliono che tu sia al 100% delle tue possibilità e quindi pensano anche a preservare le tue corde vocali con beveraggi vari”. Bevande a parte Persiana Jones si sono ritrovati tra le mani tre brani prodotti da uno dei maghi della Epitath. Gli altri pezzi invece sono stati prodotti dal fedele Madaski (già produttore della band in passato) nel suo covo di Pinerolo (dove prendono forma tutti i dischi di Africa Unite).

Proprio grazie a lui è stato rivisto uno dei brani che più sta a cuore alla band torinese: “Senza”. “Senza” è un pezzo sulla libertà. “In studio”, spiega ancora Silvio, “ne sono nate 4 versioni diverse”. Interludi sparsi qua e là all’interno del disco, camei a cui hanno partecipato, in veste di guest vocalist, Zazzo (mitico personaggio del punk torinese e leader dei Negazione) e Madaski stesso. La lista dei guest però non finisce qui. Persiana Jones infatti, per potenziare la loro sezione di fiati (sax tenore e trombone), per questo disco si sono avvalsi della partecipazione di Paolo Parpaglione (sax) e Gigi De Gasperi (trombone), ovvero della sezione fiati di Giuliano Palma & The Bluebeaters e di Africa Unite e di Alberto Mandarini, tromba di Paolo Conte.

E le sorprese non finiscono qui. Nella track list dell’album infatti compaiono due cover: “We’re not gonna take it” dei Twisted Sister (il gruppo di freaky rock’n’roll degli anni 80 guidato da Dee Snider) e un brano strumentale, remake di un tema musicale che commentava “Hawaii 5-o”, una serie televisiva degli anni 70. Poi....... un po’ di storia E’ un bel pò che sono in giro i Persiana Jones. Precisamente dal 1988. Già, più di dieci anni. Dieci anni in cui il gruppo si è creato una bella fama, sia in Italia (con centinaia di concerti), sia all’estero (in Europa ma anche negli States, nel Sud America e, recentemente, in Giappone, dove uscirà un’edizione ultralimitata in vinile con una raccolta dei migliori brani della band).

Ecco, anno dopo anno, il cammino di Persiana Jones. 1990 Silvio e Beppe Carruozzo, i due fondatori della band, con l’aiuto di Madaski (Africa Unite), producono un mini album di quattro canzoni intitolato IMPAZZIRE, un picture disc che viene distribuito dalla Vox Pop. 1991 E’ la volta di BACIAMI TONY, un altro picture disc con quattro nuovi brani. Nel frattempo il gruppo inizia a suonare freneticamente su e giù per la penisola, costruendosi una solida credibilità anche dal vivo. 1993 Dopo la pubblicazione di CHE PASSA (un mini Ep prodotto da Madaski in collaborazione con Carlo Rossi dalle sonorità “latin”), il gruppo parte con un tour estivo durante il quale i Persiana Jones registrano il loro primo album; SHOW, un album di 16 brani di cui 7 inediti che successivamente ha venduto più di 7mila copie.

1995 Dopo il distacco dalla Vox Pop, la band pubblica il secondo disco, SIAMO CIRCONDATI. Alla produzione, accanto ai Persiana, c’è ancora Carlo Rossi. L’etichetta che supporta il gruppo è la Banda Bonnot di Roma. Il disco vende solo in Italia più di 6000 copie e viene distribuito all’estero (in Europa e negli States), riscuotendo parecchi consensi soprattutto in Germania, dove la band ha la possibilità di suonare insieme a gruppi come Skaos, No Sport e tanti altri ancora. 1996 Il ‘96 vede un cambio di line up.

Si passa da otto a cinque elementi e con questo cambio di line up il suono si indurisce. Nello stesso anno Persiana Jones partecipano a una raccolta come Latin Ska Volume II. 1997 I fratelli Carruozzo fondano la loro etichetta: la UAZ Records, con cui, nella primavera dello stesso anno, pubblicano BRIVIDO CALDO. Poi inizia un tour che li vede impegnati, oltre che in Italia, in diversi paesi europei. 1998 Continua il tour di BRIVIDO CALDO. E’ un tour interminabile, che si conclude, dopo ben 123 date, il 19 dicembre, a Zurigo.

1999 La band registra PUERTO HURRACO, album prodotto dalla UAZ dei Persiana Jones che vede, alla produzione artistica, Carlo Rossi e Pippo Monaro (fratello del famoso Toni) e la partecipazione, come guest, di Victor Ruggiero, componente degli Slackers e il ritorno della vecchia sezione di fiati.
POPPERS – Che dire, sono Guido, una persona “normale” (se fossi del tutto normale non stare scrivendo ‘sta roba) che insieme ad altri due ragazzini ha deciso di pararsi il culo dal grigiore generale suonando musica veloce, potente e soprattutto irriverente ad altissimo volume.

Ste suona il basso da poco ma abbastanza bene per sostituire il vecchio bassista (Gigi) che improvvisamente ha deciso di abbandonarci per trovare l’America. Casio, che l’America ce l’ha nelle braccia e nelle gambe, sono ormai 2 o 3 anni che mi delizia con il suo ramazzare le pelli della batteria. Che storia!: dopo qualche mese che avevamo formato il gruppo al termine di una fortunata apparizione ad un concorso per giovani speranze, mi chiama Godi Franco e mi chiede se vogliamo registrare un disco...

Che gli dico di no? Dopo due anni siamo qui e di anni ne abbiamo ormai solo 18, pronti per suonare al nostro primo concerto come Poppers, sperando di farne almeno 2000 come i Ramones (sperando ma anche volendo). Ciò che consideriamo un punto di riferimento è la scena punk-rock californiana, ma anche lo scarico del cesso o Pavarotti possono trovare il modo di essere assimilati. Siamo più incazzati che scanzonati e fino a quando lo saremo avremo la forza per cercare di fare qualcosa a qualcuno e prima di tutto a noi stessi.

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