"Cara Fondazione Michelucci -inizia il documento redatto da Comitato Tutela Conventino e Associazione di volontariato Idra- ci saremmo aspettati una risposta garbata all'onesta lettera inoltrataVi lo scorso 5 giugno, che - a beneficio di chi ci legge - torniamo ad allegarVi.
E invece registriamo questo Vostro foglio un po’ alterato dal titolo A coloro che intendono dare lezioni di democrazia.
Ma perché attribuirci così tanto quando così poco abbiam fatto? Chi mai oserebbe dare lezioni di democrazia da queste parti? O qualcuno ne sente il bisogno?
Nelle scorse settimane – voi scrivete – da parte del Comitato Tutela del Conventino (che rappresenta una parte degli utilizzatori del Conventino), e dell’associazione Idra è stata condotta, a colpi di comunicati stampa, una forte polemica contro la possibile realizzazione di una piccola quota di alloggi all’interno del piano di recupero del Vecchio Conventino.
Nonostante la dichiarata volontà dell’Amministrazione comunale di confermare e rafforzare la destinazione del Conventino come spazio dedicato all’artigianato artistico e all’arte e di tutelare le attività presenti all’interno del complesso (anche le più deboli e marginali), l’intervento è stato presentato come uno stravolgimento della struttura e della sua vocazione.
A Vostro dire noi abbiamo condotto una forte polemica contro la possibile realizzazione di una piccola quota di alloggi all’interno del piano di recupero del Vecchio Conventino.
Ma possibile -si dice- di ciò che rientra nei limiti della supposizione astratta o concreta (DEVOTO - OLI, Il Dizionario della Lingua Italiana, Firenze, 1996).
Chiediamo: la determinazione dirigenziale n.
12391 del 31/10/01, la deliberazione n. 194/145 del 19/03/02, la deliberazione n. 131/64 del 19/02/02 rientrano forse nei limiti semantici della supposizione?
Citiamo, per tutte, parte del testo della deliberazione n. 131/64 del 19/02/02 della Giunta Municipale, dove viene approvato, con esecutività immediata “per consentirne l’inserimento nel Piano Triennale degli Investimenti e nell’elenco annuale delle opere pubbliche per l’anno 2002 “, il progetto preliminare di intervento relativo al recupero edilizio del Vecchio Conventino per un importo complessivo di € 3.030.569,00 (£ 5.867.999.837).
Vi si legge che tale intervento consentirà di (…) inserire funzioni di servizio (…) insieme a spazi pubblici e, limitatamente ad una porzione del complesso, dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica di piccole dimensioni; (…) visto il progetto preliminare elaborato da tecnici dell’Ufficio Edilizia Residenziale Pubblica, con la collaborazione della Fondazione Michelucci (…).
Ancora, in premessa, Voi deprecate che noi presentiamo tale intervento come uno stravolgimento della struttura del Conventino e della sua vocazione .
Ora, stravolgimento si definisce una vistosa alterazione della forma o dell’aspetto (DEVOTO – OLI, Il Dizionario cit.).
Chiediamo: la Fondazione Michelucci può sostenere che l’inserimento di dieci alloggi di edilizia residenziale pubblica all’interno del Conventino non costituisca una modificazione della sostanza strutturale o delle caratteristiche generali e particolari del complesso, e al tempo stesso una vistosa aberrazione rispetto alla continuità della sua vocazione di luogo deputato al lavoro di artigiani e artisti?
Vi chiedete inoltre come mai nei documenti firmati dal Comitato Tutela del Conventino e dall’associazione Idra non compare mai una parola su una serie di aspetti che di seguito andate elencando.
Vorremmo ricordare, in conclusione, che ogni altro argomento riguardante piani di recupero, incentivazione e salvaguardia delle attività artigianale e artistica è contenuto nella deliberazione del Consiglio Comunale di Firenze n.
3611/1567 del 10.12.’76, che è parte integrante e sostanziale del contratto di acquisto del Conventino del 6.1.’78 da parte del Comune di Firenze.
Come si legge nell’atto di compravendita stipulato in Palazzo Vecchio il 6.1.’78, con deliberazione n. 3611/1567 del 10.12.1976 l’Amministrazione Comunale ha stabilito di acquistare mediante compravendita un immobile posto in Via Giano della Bella, denominato Il Conventino, inserito in una zona di notevole attività artigianale, al fine di destinarlo ad usi che favoriscano lo sviluppo di tali attività (scuole artigiane, centri associativi ecc.), considerata di preminente interesse pubblico soprattutto in una città come Firenze.
Nella deliberazione n.
3611/1567 del 10.12.1976 leggiamo difatti che il Consiglio Comunale di Firenze delibera di acquistare (…) il complesso dei beni posti in Firenze – in via Giano della Bella:
a. premesso che con variante n. 36 apportata al P.R.G., adottata dall’Amministrazione Comunale con deliberazione n. 3109 del12.11.1973, ed approvata dalla Regione Toscana con deliberazione n. 3156 del 12.4.1975, ad una porzione della lottizzazione n. 69 De Mari Uzielli, inserita nel P.R.G., è stata variata la destinazione a zona per “Attrezzature e servizi in genere” con simbolo artigianale è costituita da fabbricati e terreni ubicati nell’isolato posto fuori delle mura nella zona d’Oltrarno, e delimitato dalle vie: Giano della Bella, Villani, del Casone, complesso conosciuto come “Il Conventino”, di proprietà privata;
b. considerato come tale destinazione sia scaturita, soprattutto, dalla situazione di fatto esistente di una notevole presenza di artigiani, presenza che risale nel tempo, e tale quindi da considerare l’insieme degli immobili come centro artigiano;
c. considerato come questo complesso venga ad inserirsi in una zona più vasta di notevole attività artigianale;
d. considerato come sia preminente interesse pubblico la salvaguardia e lo sviluppo della attività artigianale, soprattutto in una città come quella di Firenze, dove questa attività affonda le proprie origini storiche nel tempo, ed è parte notevole del contesto economico cittadino;
e. considerato come tale preminente interesse abbia carattere pubblico e quindi sia opportuno, da parte dell’Amministrazione Comunale, prendere tutte quelle iniziative atte non solo alla sua salvaguardia e conservazione, ma anche al suo sviluppo e potenziamento, con la eventuale costituzione di scuole artigiane, centri associativi, di carattere artigianale, per acquisti, vendite, esposizioni e servizi ausiliari ecc..
Gli argomenti che la Fondazione Michelucci invoca oggi, come gli usi interni del Conventino, l’organizzazione degli spazi e il loro utilizzo, non possono a nostro avviso essere inseriti arbitrariamente in una discussione progettuale quando la stessa è subordinata ad atti decisionali già concertati dall’alto, che peraltro risultano contraddire le volontà espresse dal Consiglio Comunale all’atto dell’acquisto dell’immobile e della sua area.
Ameremmo perciò, cara Fondazione, che Voi rifletteste un po' di più prima di ostinarVi a difendere come partecipata una scelta così rigidamente predeterminata come quella che con ogni evidenza riguarda la futura destinazione – nelle intenzioni dell’Amministrazione comunale – del Conventino.
Avete una certa tradizione alle spalle: vorremmo fosse meglio tutelata.
Una piccola osservazione, infine: perché scrivere solo a pochi interlocutori politici privilegiati? A nostro avviso le questioni urbanistiche meritano di essere trattate in spazi aperti e laici, senza pregiudizi.
Non ce ne vorrete perciò se provvediamo ad estendere agli altri gruppi consiliari di Firenze (in aggiunta a DS, Verdi e PRC, che avete già inteso informare) la conoscenza di questa nostra replica alla Vostra cortese missiva.
Chissà, magari anche costoro saranno in grado di dare un piccolo contributo al ragionamento".