Sgherri (Rifondazione): Non e' accettabile che il Sindaco affermi che le nostre posizioni scavano "solchi invalicabili"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2002 19:40
Sgherri (Rifondazione): Non e' accettabile che il Sindaco affermi che le nostre posizioni scavano

Annunciava stamai La Repubblica: "Lo scontro politico invade anche le carte bollate. L'assessore comunale alla casa Tea Albini annuncia querela per diffamazione contro il Coordinamento autogestioni e assegnatari che diffonde volantini contenenti falsità come la privatizzazione degli alloggi pubblici e l'aumento del canone d'affitto. Niente di tutto ciò è vero: Ho già dato mandato agli uffici legali del Comune», fa sapere.
«Non è accettabile che il Sindaco dica che le posizioni di Rifondazione Comunista a Firenze scavano "solchi invalicabili".

Se i risultati elettorali dimostrano la necessità di riaprire un confronto nella sinistra aspettarsi è inimmaginabile che qualcuno voti a priori un atto o attenui la propria battaglia su scelte che ritiene prioritarie. I risultati elettorali semmai ci dovrebbero impegnare tutti alla necessità di riaprire un dialogo». E' quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri a proposito del dibattito, lunedì scorso in Consiglio comunale, sulla vendita di 83 appartamenti di proprietà comunale.

«Al contrario - ha aggiunto la Sgherri - direi che questo dialogo a Firenze a partire dal Sindaco non lo si è voluto a priori riaprire con Rifondazione Comunista chiedendo alla maggioranza del Consiglio comunale di sotterrare definitivamente una mozione di indirizzi sulla vendita di alcuni immobili comunali da noi fortemente voluta e sostenuta». «La necessità di rispondere all'emergenza casa - ha aggiunto la capogruppo di Rifondazione - è una delle priorità per la tutta città. Questa amministrazione ha avviato un programma incredibile di vendite immobiliari e mobiliari, nell'ordine di diverse centinaia di milioni di euro.

Dall'Afam, all'aeroporto e ora alla Centrale del Latte. Per quanto riguarda gli immobili, è stata decisa la vendita di beni di inestimabile valore storico culturale e ambientale come Mulino Guasti e le Gualchiere di Remole per non parlare dei fondi commerciali, degli appartamenti residenziali in via delle Badie. E' così assurdo pensare che in questo programma straordinario di vendite e dismissioni vincolare almeno i proventi delle vendite degli appartamenti occupati al riacquisto di alloggi liberi?».

«La mozione approvata a marzo e giovedì scorso riposta nel cassetto poneva due condizioni - ha osservato la Sgherri - vendere gli appartamenti solo a quegli inquilini che potevano acquistarla e vincolare i proventi all'acquisto di nuovi appartamenti da mettere a disposizione del bisogno casa. Il Sindaco ha risposto in Consiglio che 87 appartamenti sono insufficienti rispetto al numero di sfratti programmati. E' vero, però sono tanta cosa, forse il 100% rispetto agli sfratti in calendario per quest'anno che riguardano persone anziane o famiglie con portatori di handicap, proprio quei casi rispetto ai quali aveva chiesto al governo una proroga degli sfratti.

E' stato assicurato, e l'abbiamo sempre creduto, che alle famiglie saranno garantiti delle soluzioni in alloggi pubblici. Questa non è una concessione ma un obbligo: se si vuole vendere all'asta questi appartamenti al maggior prezzo di mercato, vanno venduti come appartamenti liberi. A pagare saranno le famiglie che sono in graduatoria da anni per avere un alloggio. Perché se è vero che si liberano in media durante un anno dai 150 ai 250 appartamenti, parte di questi appartamenti invece di essere a loro assegnati saranno dati alle famiglie di via del Leone e via dei Pepi».

«Con l'ultima mozione approvata - ha concluso - gli appartamenti saranno invece venduti e il ricavato andrà nel calderone del bilancio a finanziare i tanti interventi, alcuni dei quali indispensabili, altri rimandabili, ma non più per quello dell'acquisto di appartamenti liberi. Il vivace dibattito in Consiglio comunale, la necessità di rinviare ad un'altra seduta le votazioni e infine dover ripetere la votazione stessa, dimostra il malessere di questa maggioranza e soprattutto che Rifondazione Comunista non ha portato avanti una battaglia isolata o chissà dai caratteri estremistici.

Al contrario abbiamo trovato consenso e condivisione nella stessa maggioranza si guardi ad esempio i consiglieri che avevano votato e che si erano astenuta a marzo quando presentammo la prima mozione, quella messa nel cassetto giovedì. Al bisogno e all'emergenza casa si risponde solo con progetti, investimenti e cantieri o anche con alloggi immediatamente usufruibili? E soprattutto a questo bisogno si risponde con i soli finanziamenti statali e dell'edilizia residenziale pubblica o anche con risorse locali come ad esempio avevamo individuato?».

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