Domenica 19 maggio (ore 21.30) Rachid Taha alla Leopolda di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 maggio 2002 15:02
Domenica 19 maggio (ore 21.30) Rachid Taha alla Leopolda di Firenze

Originario di Orano, in Algeria, immigrato in Francia alla tenera età di dieci anni, mentre a Parigi divampava la rivolta del "maggio degli studenti", Rachid Taha è già un piccolo mito nel suo paese adottivo. Un po' come lo era stato, agli inizi dei Novanta, l'ormai famosissimo Cheb Khaled, guarda caso anche lui nativo di Orano. Ma, a differenza di Khaled, Taha non si occupa di rai: anzi, al solo sentire il suono di quel termine , che pur ha reso famosa l'Algeria nel mondo intero, ha un lieve moto di disgusto.

Il suo obiettivo, infatti, è di mettere a punto una musica senza età e senza tempo, in grado di recuperare gli archetipi della tradizione per farli copulare con gli elementi del mondo contemporaneo. Ivi compresi il techo-pop e le macchine elettroniche da ritmo; e perfino i rumori industriali di stampo cageano. Che lo faccia bene, anzi benissimo, non sorprende: perché è aiutato, in questa sua originalissima ricerca, sia dai genî di famiglia (suo padre era un valente musicista) sia dal lavoro svolto in fabbrica fino a qualche anno fa.

E proprio per questo "Diwan" parla un linguaggio ancestrale e futuribile al tempo stesso. Da una parte, ricorda da vicino i gioielli della musica "chabi": vale a dire le salmodie di cui si nutre l'intera casbah di Algeri. Dall'altra, viaggia a ritmo di "trance dance" verso mondi lontanissimi, strettamente imparentati con l'estetica del nuovo Millennio. Con un occhio alla mente e l'altro, ancor più vigile, al corpo.

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