Stamani confronto a tutto campo col Ministero sulle questioni ambientali in Toscana
Netta l’opposizione della Regione alle nomine per le presidenze dei parchi e all’autostrada in Maremma

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 maggio 2002 18:25
Stamani confronto a tutto campo col Ministero sulle questioni ambientali in Toscana<BR>Netta l’opposizione della Regione alle nomine per le presidenze dei parchi e all’autostrada in Maremma

FIRENZE- E’ totale l’indisponibilità della Regione Toscana - per ragioni di mobilità, ambientali e finanziarie - al tragitto collinare sul corridoio tirrenico proposto dal governo. Lo ha ribadito stamani il presidente Claudio Martini al ministro dell’ambiente, Altero Matteoli, nel corso di un colloquio che ha consentito un confronto a tutto campo sulle principali questioni ambientali che investono il territorio toscano.
“L’autostrada prevista dal governo è incapace di servire la costa e sarebbe un’arteria di solo attraversamento che non ridurrebbe il traffico che c’è sull’Aurelia.

Assolutamente inaccettabile, poi, il vero e proprio sventramento della Maremma che essa comporterebbe e anche dal punto di visto finanziario, con quei 2000 miliardi di vecchie lire in più che richiede quel tracciato, si possono realizzare altre opere importanti a cominciare dalla Siena Grosseto”. E al ministro Matteoli, che ha espresso la preoccupazione che in questa situazione l’opera rischi di non essere realizzata, Martini ha ribadito che “se si abbandona la proposta di autostrada collinare la Regione è pronta a favorire un rapido decollo del corridoio tirrenico sulla costa.

Naturalmente affrontando i problemi di valutazione di impatto ambientale che ci sono anche su quel tracciato”.
Restano decisamente distanti anche le posizioni sulla nomina del presidente del Parco dell’Arcipelago e, la notizia è proprio di stamattina, su quella del presidente del Parco dell’Appennino tosco-emiliano. A proposito, in particolare, della scelta di Barbetti per l’Arcipelago, Martini ha riconfermato la piena contrarietà della Regione. “Due – ha precisato - le ragioni del nostro forte dissenso.

La prima è di metodo: Matteoli non si è mosso con una logica d’intesa ma ha avanzato una proposta secca da ‘prendere o lasciare’ e questo contrasta nettamente con lo spirito della legge che invece impone una convergenza. La seconda ragione – ha proseguito il presidente toscano – è di merito. Barbetti è stato un tenace avversario dell’istituzione del parco, contro la quale fece addirittura ricorso al Tar. Mi sembra perciò impensabile ed improponibile che oggi possa presiederlo. Non lo ha voluto, come può governarlo, a meno che governarlo non significhi distruggerlo.

Questa posizione della Regione, lo ribadisco, non è modificabile”. Nel corso dell’incontro sono state affrontate anche altre questioni, come l’Alta velocità, l’erosione delle coste, la gestione del ciclo delle acque. Su questi temi, hanno convenuto Martini e Matteoli, è possibile impostare una collaborazione fra le competenti strutture del Ministero e della Regione.
Una decisione grave, che contrasta sia con la legge quadro sulle aree protette sia con gli stessi principi federalisti a cui il governo dice di ispirarsi.

Ma anche una decisione che la Regione Toscana intende contrastare in tutte le sedi, tanto che già lunedì prossimo il governo regionale deciderà sull'impugnativa davanti al Tar. E' questa la reazione dell'assessore all'ambiente Tommaso Franci di fronte alla decisione del ministero dell'ambiente di procedere alla nomina di Tarciso Zobbi alla presidenza del parco nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano senza la necessaria intesa prevista dalla legge 394/1991. "E' una nomina illegittima, imposta dall'alto e per questo gravemente lesiva di competenze, poteri e corretti rapporti istituzionali - spiega Franci - L'intesa con le Regioni non è un passaggio burocratico, formale, ma lo strumento per una partecipazione su base paritaria alla decisione statale.

Quest'ultima non può essere assunta senza il consenso delle Regioni. E' un principio richiamato dalla stessa Corte Costituzionale, addirittura prima della stessa riforma del titolo V della Costituzione, e che se ne dimentichi proprio un governo che parla di federalismo e di un ruolo forte delle autonomie locali nelle aree protette mi sembra un vero capolavoro di incoerenza politica". "La Regione Toscana - spiega ancora Franci - è decisa a tutelare in ogni sede le prerogative manomesse dalla procedura messa in atto dal ministero dell'ambiente, una procedura che solleva un evidente conflitto di attribuzioni e che non pone certo le migliori premesse per l'avvio del nuovo parco nazionale.

E' una battaglia che non combattiamo solo per noi, perché riguarda tanti altri parchi nazionali e, più in genere, va al cuore dei rapporti istituzionali tra le Regioni e il governo".

La costa toscana non soggetta a controlli di qualità per la balneazione rappresenta solo il 13 per cento della lunghezza complessiva e questa percentuale comprende esclusivamente tratti comunque vietati ai bagni, per motivi legati all'inquinamento - è il caso delle aree portuali - ma anche per motivi che niente hanno a che vedere con l'inquinamento, come nel caso di colonie penali e riserve integrali (è il caso di Gorgona, Montecristo e Pianosa).

E' quanto intende sottolineare l'assessore all'ambiente Tommaso Franci, all'indomani della presentazione dei dati sulla balneazione fatta ieri dal ministero dell'ambiente e della sanità. "Dati che si riferiscono alla passata stagione balneare e che noi abbiamo già reso noti lo scorso autunno - spiega l'assessore - Dati corretti ma che, per il modo con cui sono stati presentati, rischiano di produrre qualche equivoco. Limitarsi a dire che un quarto delle coste toscane non è controllata potrebbe far pensare a qualche inadempienza, mentre in realtà la Toscana è una delle regioni più meticolose ed efficienti nei suoi monitoraggi, effettuati dall'Arpat, la nostra Agenzia regionale per la protezione ambientale.

La realtà è che non si fanno controlli per la balneazione dove la balneazione è vietata, e che questo riguarda anche alcune delle aree marine più incontaminate dell'intero Mediterraneo. Complessivamente, tra prelievi a cadenza quindicinale e campagne straordinarie, i controlli riguardano l'87 per cento della costa toscana, ovvero 527 dei 601 chilometri complessivi. Di questi solo 600 metri sono stati classificati temporaneamente non balneabili. Il mare toscano non è risultato mai così pulito come nell'ultima stagione di controlli".


La percentuale dell'87 per cento si ottiene sommando i 388 chilometri (64 per cento) di costa controllata ogni 15 giorni da aprile a settembre, i 128 chilometri (21 per cento) che, inaccessibili da terra, sono ogni anno oggetto di due campagne straordinarie con prelievi da gommone, e il 2 per cento (11 chilometri) di foci dei fiumi che, pur stabilmente non balneabili, sono comunque oggetto di controlli.
Il restante 13 per cento, pari a 74 chilometri, costituisce la somma delle aree non controllate perché portuali (5 per cento, pari a chilometri 27) e della costa vietata perché riserva naturale o colonia penale (48 chilometri, pari all'8 per cento).

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