La toscana e le sue tradizioni popolari: la Poesia in ottava rima

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 marzo 2002 18:26
La toscana e le sue tradizioni popolari: la Poesia in ottava rima

Una giornata di studio dedicata alla poesia estemporanea lunedì 25 marzo alle ore 10 presso l’Auditorium del Consiglio Regionale della Toscana (Via Cavour 4 – Firenze) organizzato dal gruppo Consiliare dei VERDI in collaborazione con il circolo culturale “G. M. Sacchini” di Arezzo.
Interverranno in Rima : Carlo Monni, Narciso Parigi, Davide Riondino, Azelio Puleri, Ivo Mafucci, Realdo Tonti, Altamante Logli, Enrico Rustici, Lido Banchi e saranno presentati alcuni video di ottave di poeti improvvisatori scomparsi.
La poesia d’improvvisazione nel secolo scorso fu troppo sbrigativamente accantonata come rozza, volgare e priva di interesse storico o di valori estetici tali da competere con gli stornelli, i rispetti o i canti d’amore.

Le ottave contadine, al contrario, spesso possono arrivare ad essere quella vera e propria “scuola ambulante”, di cui parlava nel 1929 il poeta estemporaneo Vittorino Poggi, che accanto alle serenate e agli stornelli occasionali sull’amore e sulla natura vedeva affrontati anche i grandi temi della storia. Si trattava di una cultura dell’oralità, che nasceva nei campi, nelle piazze, nelle osterie dei villaggi, nelle aie e nelle grandi cucine contadine, dove un’umanità vera e contadina era poco disposta a scendere a compromessi con quella che era la cultura ufficiale dominante.
Nel convegno saranno illustrati i tentativi di raccogliere tutta la “geografia del canto estemporaneo”, il recupero e la conservazione del materiale documentario esistente (dai pochi fogli volanti rimasti, ai vecchi microsolco, ai nastri magnetici, alle registrazioni video), le proposte dei Verdi per il perpetuarsi di questa tradizione (una borsa di studio della Regione da destinare ai vecchi maestri improvvisatori ai quali affidare un ristretto numero di allievi motivati), le richieste dei Comuni di organizzare sempre più spesso serate poetiche, quando non addirittura corsi di improvvisazione per rivitalizzare questa forma di cultura tradizionale.

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