Bilancio 2002, interviene Sgherri (Rifondazione): «La manovra non è equa e la vendita del patrimonio pubblico non sarà utilizzata per rispondere ai bisogni sociali»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 febbraio 2002 19:21
Bilancio 2002, interviene Sgherri (Rifondazione): «La manovra non è equa e la vendita del patrimonio pubblico non sarà utilizzata per rispondere ai bisogni sociali»

Manovra impostata su aliquote uniche che avrà conseguenze nefaste per i pensionati al minimo e per le famiglie monoreddito. Diminuzione delle risorse per fare fronte alla crescita dei bisogni sociali. Destrutturazione del servizio sociale e del lavoro ad esso correlato. Alienazione del patrimonio residenziale non vincolato che porterà a smembrare quelle poche parti della città nel centro storico dove il tessuto sociale e popolare è consolidato, vivace, reale. Sono alcuni dei rilievi avanzati dalla capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri a proposito del bilancio di previsione.

«Una delle cose più gravi - ha spiegato la Sgherri - è la destrutturazione del servizio sociale e del lavoro ad esso correlato per rientrare nei capitoli di spesa stanziati. I tagli sono fatti, oltre che sul costo del lavoro, sulla pelle e sulla vita degli utenti, in termini di rifiuto della domanda di servizio o contributo o di sua riduzione». «Quanto al redditometro - ha aggiunto la capogruppo di Rifondazione Comunista - è la concreta manifestazione dell' arbitrio dell'amministrazione che con un regolamento comunale inventa e continua ad applicare regole che valgono solo qui e che contraddicono ad esempio il codice civile.

Non è forse vero che il redditometro rende il cittadino fiorentino diverso e più penalizzato rispetto al cittadino di Bagno a Ripoli, di Scandicci o altro Comune?». Secondo la Sgherri «con la vendita di parte del patrimonio immobiliare pubblico sarà pagata dalle famiglie che non potranno permettersi l'acquisto» e a queste ultime «sarà imposta la rottura delle relazioni sociali consolidate, la deportazione e contestualmente questa scelta sarà pagata da quelle 6.000 famiglie in attesa da anni di una assegnazione di alloggio pubblico perché saranno ridotte ulteriormente i pochi alloggi liberi».

«Nel bilancio triennale - ha puntualizzato la capogruppo di Rifondazione Comunista - c'è una partita di circa 300 miliardi, si pensi alla centrale del latte o al patrimonio residenziale, sulla quale si sta giocando il presente della città in termini di qualità e stabilità del lavoro, in termini di casa, ma si sta giocando anche il futuro della città e il futuro del ruolo del governo locale. Al di là del finanziamento delle due tramvie nel bilancio compaiono circa 150 voci: si va dall'acquisto di arredi per uffici, a piccoli restauri, a guardrail, aiole spartitraffico, ossia quella miriade di voci che appartengono alla amministrazione ordinaria e quotidiana che pertanto dovrebbero entrare a tutti gli effetti in un bilancio ordinario o nel bilancio degli investimenti.

Manca, cioè, quel famoso chiaro indirizzo sociale assente anche nella manovra di previsione». «Questo - ha concluso la capogruppo di Rifondazione - è un bilancio ben lontano anche dagli obiettivi che molti amministratori hanno sottoscritto nel documento delle autorità locali a Porto Alegre: le scelte fatte non rispondono alla necessità di dare nuovi strumenti di partecipazione e nuovi metodi nei rapporti tra amministrazione ed amministrati, ossia alla necessità del "bilancio partecipato" di cui non si vede traccia neanche a partire dal rapporto ancorché parziale con le 3 organizzazioni sindacali, CGIL CISL UIL.

Non certo nello spirito di porto Alegre questa campagna forsennata di privatizzazione del patrimonio pubblico, residenziale non residenziale e quello produttivo; ben lontano dunque dallo spirito di sperimentare nel concreto, a partire dai governi locali il contributo sulla ricostruzione della sfera pubblica sotto nuove forme».

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