Il Sindaco di Bagno a Ripoli, Giuliano Lastrucci, interviene sul Piano Provinciale dei Rifiuti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 febbraio 2002 15:08
Il Sindaco di Bagno a Ripoli, Giuliano Lastrucci, interviene sul Piano Provinciale dei Rifiuti

“Fino a qualche settimana fa, esisteva un’ipotesi di accordo tra i Comuni aderenti all’azienda Quadrifoglio (Firenze, Calenzano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino) e i Comuni associati alla Safi (Bagno a Ripoli, Fiesole, Greve in Chianti, Impruneta, San Casciano Val di Pesa, Scandicci, Tavarnelle Val di Pesa). Su tale ipotesi era stato concepito il Piano Provinciale dei Rifiuti, che prevedeva un’integrazione fra le due aree, in maniera da raggiungere l’autosufficienza nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti dell’àmbito territoriale e funzionale così costituito.

Come sarebbe dovuto avvenire tutto ciò? Con l’espansione dell’inceneritore di Testi, la costruzione di un analogo impianto all’Osmannoro e la chiusura del gassificatore di Greve, da trasformare in termovalorizzatore. Con l’uso di un altro tipo di combustibile, poi, la discarica di Case Passerini non avrebbe più servito il gassificatore, la cui gestione era giudicata negativa dal punto di vista economico. Sulla base di questa ‘preintesa’, il Piano Provinciale dei Rifiuti, recentemente approvato, ha individuato i siti per i nuovi impianti.
Nel frattempo, però, l’ipotesi di accordo appena descritta non è andata a buon fine per vari motivi che non sto ad elencare in questa sede.

Infatti, ciò che mi preme sottolineare è quanto segue:
Ø l’impianto dell’Osmannoro è di difficile realizzazione e, in ogni caso, non c’è;
Ø il gassificatore di Greve non sta funzionando e personalmente ritengo che la sua chiusura sarebbe un bene, poiché ha una gestione passiva ed è privo di un reale avvenire, nonostante, su quest’ultimo punto, le mie opinioni divergano da quelle del primo cittadino grevigiano;
Ø l’ampliamento del termovalorizzatore di Testi può essere realizzato, ma noi, in questo momento, stiamo bruciando i rifiuti di Firenze senza che vi sia in piedi alcun accordo: ciò ci obbliga ad inviare i nostri rifiuti a Peccioli, in Provincia di Pisa, con un enorme aggravio di spesa.
Tale situazione, se si può reggere in una fase di preaccordo, non può ormai durare oltre.

I Comuni della Safi, la Bagno a Ripoli che rappresento e le altre amministrazioni, non possono che desiderare di uscire da tale diseconomica pastoia. Apprendo, pur non essendone stato preventivamente informato, che è stata richiesta ed è attualmente in corso una mediazione dell’Amministrazione Provinciale di Firenze: ne aspettiamo i frutti. Tuttavia, l’attesa, ammesso che porti a risultati concreti e convenienti, non può e non deve essere lunga, anzi è necessario che sia molto breve, perché la situazione è grave.
Infatti, al di là di tutte le possibili alchimìe diplomatiche che potranno essere reperite e praticate, due sono i messaggi non allarmistici, ma certo allarmati, che mi sento di lanciare con questo intervento:
1. I nostri territori non possono essere ostaggio, accerchiati o, peggio, violentati da altri Comuni più grandi, che soddisfano le proprie esigenze gravando i conti pubblici ed i bilanci delle amministrazioni del Chianti Fiorentino, le quali devono riappropriarsi della loro piena titolarità.
2. La situazione che ho descritto crea dissesto nel bilancio della Safi, società costretta a sopportare costi non aziendali, bensì conseguenti ad un accordo che non c’è.

Il rischio è il fallimento dell’azienda. I cosiddetti ‘Comuni Safi’, fra cui anche Bagno a Ripoli, non si identificano certo con la società, ma ne hanno a cuore le sorti e la vogliono difendere.”

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