“Nella lotta al doping l’ottimo lavoro di questo ultimo anno rischia di essere rimesso in discussione da alcuni atteggiamenti rischiosissimi dell’Associazione calciatori (AIC)”.
Lo ha dichiarato oggi il professor Enrico Castellacci, presidente dell’Associazione dei medici del calcio (LAMICA), nel corso di una conferenza stampa a margine di un convegno sulle attività antidoping nel calcio organizzato a Firenze al Centro Tecnico di Coverciano. All’incontro stampa hanno partecipato anche il vicepresidente della Figc, Innocenzo Mazzini, e il capo della procura antidoping del Coni, Giacomo Aiello.
“Nei giorni scorsi”, ha spiegato Castellacci, “l’Associazione presieduta dall’avvocato Campana ha affrontato il problema del doping convocando a Milano tecnici e calciatori.
Solo noi medici non stiamo stati invitati. Per di più, in quella sede, sono state fatte sugli integratori affermazioni pesanti che hanno sollevato molte perplessità tra gli stessi atleti”.
“Come noto”, ha aggiunto, “gli integratori sono prodotti di cui spesso si è abusato. Per fortuna i calciatori si sono dimostrati sensibili e responsabili. Proprio loro hanno replicato all’AIC che l’unico modo per non fare errori è di fidarsi del medico sociale. Anche l’avvocato Campana deve dunque convincersi che il doping si può veramente combattere solo con la collaborazione del medico.
Non contro”.
Nel corso della conferenza stampa Castellacci ha comunque sottolineato i buoni risultati delle attività degli ultimi dodici mesi. “La svolta è evidente”, ha detto, “Il nervosismo di un anno fa ha ceduto il posto a un’atmosfera ben più distesa. Il direttore del laboratorio antidoping del CONI, Francesco Botrè, presente al convegno, ha confermato con i dati una decisa inversione di tendenza. Oggi, a oltre metà campionato, di fatto abbiamo solo due casi non negativi (il laziale Stam e il bresciano Guardiola), peraltro provenienti da campionati esteri”.
A questo risultato, hanno confermato Mazzini e Aiello, si è giunti attraverso un incessante lavoro che ha visto impegnate tutte le componenti settore.
La stessa Federcalcio ha testato molti integratori e questo ha suggerito ai calciatori comportamenti meno superficiali e più attenti. Sottolineando il valore di queste iniziative, Castellacci ha ricordato l’importanza del ”codice di comportamento” in cui si parla del medico sociale come figura centrale. “Tutte le componenti del calcio hanno aderito al codice”, ha concluso, “Federcalcio, Leghe, Allenatori, Preparatori Atletici. Stiamo aspettando che lo faccia ufficialmente anche l’Associazione calciatori”.