Mad Professor al Flog fa bene

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2002 07:50
Mad Professor al Flog fa bene

Non occorre molto: riempire la sala live del Flog, senza riuscire in ogni caso a colmarla, un bancone illuminato che dispensa generosamente bevute, luci pronte ad enfatizzare l'evento, un palco semivuoto, imbandito solo con un tavolo apparecchiato della minima strumentazione necessaria. E poi un pubblico riconoscibile in un preciso genere musicale - il dub - che manifesta apertamente la propria voglia di stare bene, senza porsi tanti problemi, (almeno in quel momento), semplicemente lì per godersi lo spettacolo.

Non occorre molto altro, in effetti, per passare una bella serata.
Ma poi si aggiunge lui, il professore cattivo considerato pioniere del dub, colui che ha dato inizio ad un vero e proprio processo d'urbanizzazione di questo genere: arriva Mad Professor col suo dj set, che mischia sapientemente elettronica e sapori etnici, tradizione reggae, sintetizzatori e campionamenti in un cocktail assolutamente originale…e la serata cambia. Accompagnato da un cantante e due coriste, l'artista londinese si esibisce in una performance pulita e diretta, dove l'unico elemento importante sembra essere la musica.

Musica che trascina, coinvolge, diverte, libera, crea ambiente, aggregazione forse. Cosa importa che si balli, si canti, si stia seduti, si beva, oppure che si facciano in disparte due chiacchiere, o ancora tutte queste cose insieme? Non molto alla fine, se Mad Professor attraverso basi ritmiche dub e sonorità elettro - giamaicane riesce a creare nel pubblico un sano sentimento di appartenenza, sia esso riferito ad un gruppo sociale, a un genere musicale, ad un'ideologia politica piuttosto che a una visione filosofica del mondo.

O sia anche solo dovuto alla coscienza di partecipare ad un bello spettacolo live!
E sopra di tutto, ancora, c'era la voglia di stare bene, potesse essere anche solo per l'occasione, grazie alla musica, capace di unire trasversalmente culture, luoghi e immaginari di vita diversi. Basta questo, e non è poco.

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