L'occupazione dello stabile in via Bufalini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 novembre 2001 07:57
L'occupazione dello stabile in via Bufalini

«Pur rappresentando un atto illegale, l’occupazione dello stabile in via Bufalini da parte di un gruppo di giovani del “Network odissea nello spazio” pone ancora una volta l’accento da un lato sugli enormi spazi vuoti nel centro di Firenze e non solo e dall’altro sulla necessità di risposte dell’amministrazione riguardo all’esigenza di spazi per attività giovanili fuori dei circuiti commerciali». Lo ha dichiarato il capogruppo dei Verdi Alessio Papini. «In questo ambito - ha proseguito Papini - ci aspettiamo che il “Centro popolare autogestito-Firenze sud” possa disporre quanto prima di una nuova sede e che venga reperito uno spazio analogo per attività giovanili anche nella parte nord della città».
Domenica pomeriggio alle ore 15:30 il Network Odissea per lo spazio ha occupato un fondo dismesso nel pieno centro della città, in via Bufalini 15-19 r.

Dopo l'occupazione dell'area dimessa in via Maragliano 59 del 3 Marzo 2001 e lo sgombero del 17 Maggio 2001, dopo le perquisizioni del 24 settembre.
"La nostra scelta è duplice -affermano in un documento gli occupanti- poiché tanto ricca era l'esperienza del Bandone di via Maragliano, da non potersi risolvere in una sola direzione.
Da una parte, l'occupazione: in centro, per portare nel cuore della metronecropoli la nostra voce, i nostri progetti, per comunicare ed essere comunicabili, per essere punto di riferimento e di aggregazione per tutte le realtà, le individualità critiche, le esperienze alternativa di questa città.
Dall'altra, l'appello per la costruzione di un'area di sperimentazione creativa autogestita: per realizzare i tanti laboratori artistici che stavano nascendo in via Maragliano, per affermare il diritto ad una creatività libera dalla logica del profitto, per abbattere il falso mito di una politica giovanile fatta di tutor ed iniziative preconfezionate calate dall'alto come quella dei centri giovani e delle grandi kermesse.
Il confine tra legale ed illegale diventa molto labile: come si può definire l'occupazione atto illegale, come si può appellare come criminali giovani studenti/esse, lavoratori precari che si riappropriano di uno spazio, che strappano un pezzo di città per riprendersi la loro vita, quando ormai da anni le politiche dell'amministrazione cittadina ignorano le esigenze materiali ed immateriali di questi soggetti per inseguire i proventi del turismo assecondando le pressioni dei potentati economici, mentre anche l'Università, e in particolar modo l'Ateneo fiorentino, diviene attore di questa trasformazione della città, partecipando alla svendita del patrimonio immobiliare pubblico, alla ridefinizione delle sue aree-ghetto, alla concezione dei soggetti in formazione solo come risorse umane funzionali all'aumento dei profitti delle imprese".

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