Ex Sime: via alla bonifica dell'amianto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2001 07:34
Ex Sime: via alla bonifica dell'amianto

Saranno effettuati da giovedì 1 a domenica 4 novembre, giorni in cui le scuole fiorentine restano chiuse per le festività, i lavori per la bonifica dell’amianto nell’area dell’ex Sime, la fabbrica di condizionatori oggi dismessa in via Toscanini. La decisione viene dopo l’assemblea con gli abitanti della zona organizzata la scorsa settimana da Comune, Asl e Arpat per spiegare le modalità dell’intervento, e va incontro alle richieste dei genitori dei bambini che studiano alla vicina scuola Cristoforo Colombo.

Durante i quattro giorni dell’intervento, sia Arpat che Asl monitoreranno continuamente la situazione, analizzando più volte i campionamenti dell’aria. “Voglio ancora precisare che questi lavori, così come gli altri in corso a Firenze per la bonifica dell’amianto – dice l’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi – vengono eseguiti seguendo un piano approvato da Arpat e Asl, che prevede un preciso protocollo per impedire il rilascio delle fibre di amianto, a tutela sia dei lavoratori addetti alla rimozione, sia della popolazione della zona”.

Riguardo l’area della ex Sime, dove è stato avviato un piano urbano di riqualificazione (Pur) che prevede edilizia residenziale privata e pubblica, un parco urbano e nuova viabilità, sono apparse in questi giorni notizie di stampa anche su una possibile contaminazione del terreno da Pcb (policloruro bifenile). Una sostanza oggi bandita, ma in passato molto usata nell’industria per le sue caratteristiche di stabilità. “Il Comune, l’Arpat e la Asl non hanno avuto alcuna comunicazione di questi dati, e quindi da parte nostra non potevamo prendere alcun provvedimento – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Paolo Coggiola, che con i colleghi Gianni Biagi, Giacomo Billi e Vincenzo Bugliani ieri ha incontrato i tecnici di Arpat e Asl – Comunque ora abbiamo gli strumenti per agire: sulla base del rapporto che sta predisponendo l’Arpat, allertata dalle notizie di stampa, faremo un’ordinanza urgente alla proprietà dell’area, perché prenda le misure necessarie ad evitare pericoli di inquinamento sia per il terreno sia per la falda acquifera”.

Di fatto l’ordinanza obbliga il soggetto responsabile dell’inquinamento, entro 30 giorni, a mettere in sicurezza il sito (in modo da eliminare il rischio che l’eventuale contaminazione prosegua) e ad attivare le procedure previste dal decreto Ronchi, con la predisposizione del “piano di caratterizzazione” per la bonifica. Intanto da parte sua l’Arpat ha avviato le indagini necessarie a gestire le procedure di legge previste in questi casi. “Solo a bonifica avvenuta – ribadisce Coggiola – la proprietà potrà richiedere al Comune la concessione edilizia per cominciare i lavori previsti dal Pur”.

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