Lode all’indisciplina titola la nuova stagione del Teatro Studio di Scandicci, richiamando immediatamente alla mente non tanto un gen6erico disordine delle arti quanto una voglia di libera esplorazione fra quanto di più vivo e vitale si muove sulla scena del teatro di ricerca di oggi. Il teatro studio, insomma in attesa di una nuova direzione artistica, non tradisce la propria storia nternazionnn6ale e in6tern6azion6ale di teatro della sperimen6tazion6e, della ricerca su n6uovi lin6guaggi scen6ici di promozion6e di n6uovi atutori,a ttori, registi.
Così eccoUna prestigiosa compagnia residente, i Piccoli Principi, una delle più raffinate e sensibili del panorama italiano, impegnata, anche quest’anno, dopo una recente tournée all’estero, nella realizzazione di un articolato progetto per Scandicci che comprende spettacoli, laboratori, incontri con insegnanti e scolaresche . E poi due compagnie ospiti, i Nautai e il Teatro delle Briciole, che non si limiteranno a un rapporto" mordi e fuggi" con Scandicci, ma nel periodo della propria permanenza al Teatro Studio, si dedicheranno anche a un fitto lavoro di seminari e laboratori con le scuole.
Dopo aver raggiunto oltre cinquemila presenze nella stagione passata (cosa non comune per un teatro troppo spesso ingiustamente giudicato di serie B come quello del teatro ragazzi) il Teatro Studio rilancia la propria proposta rivolta ai giovani, con un ricco carnet di appuntamenti , matinée per le scuole ma anche spettacoli di teatro ragazzi, quelli più belli, promossi in prima serata.
Come accade per il fortunato
Ma c’è di più. Per ribaltare le vecchie consuetudini, per dare il timone delle scelte direttamente al pubblico più giovane, il Teatro Studio propone una una nuova iniziativa: "Metti una sera gratis a teatro". Vale a dire che i bambini e gli adolescenti che convinceranno i loro genitori, zii, amici e parenti adulti a condividere con loro l’esperienza di una serata a teatro riceveranno un biglietto omaggio.
Come dire "compri due e prendi tre", ma per una volta non in un’ottica solo di spesa commerciale ma di investimento sulla cultura.
