Somiglia ad un tavolo pieno di libri, di dischi, di lettere, di cibo, di fotografie, calici di vino, cartacce appallottolate.
C’è qualche bella pagina da leggere a voce alta e ci sono storie che vale la pena raccontare, fotografie nitide ed altre appena sfocate, immerse nella luce morbida e nebbiosa, dei ricordi lontani.
In chiave comica e ironica "Geografie" di e con
Laura Curino, sarà il racconto di luoghi perduti, di regioni immaginarie. Dietro a confessioni apparentemente autobiografiche, è nascosta, come negli altri lavori di Laura Curino, la storia di una comunità di persone.
Un nord-ovest d’Italia abituato a parlare solo la lingua delle fabbriche e a dir poco di sé. Qui invece, si cerca il filo che lega il mondo piccolo della singola persona alle trame del mondo grande. E dove lo si cerca? Nelle sensazioni, negli odori, nel cibo, nella musica e nei suoni, nella tramatura di una stoffa, nel nero dell’oro, nella traccia chiara dell’inchiostro, nel confuso e divertente groviglio di sensi con cui, fin da bambini, costruiamo la nostra percezione del mondo. Dove si dimostra che una stanza è più grande di una città e l’oceano più piccolo di uno stagno.