FIRENZE- Farà il suo debutto sul mercato entro il 2002 la farfalla bianca che consentirà di riconoscere i prodotti agroalimentari realizzati con metodi di agricoltura integrata, ovvero con metodi più rispettosi dell’ambiente e della salute dei consumatori. E’ quanto ha ricordato questa mattina l’assessore all’agricoltura, Tito Barbini, intervenendo alla firma del protocollo di intesa con cui l’Arsia, le organizzazioni professionali e il mondo della cooperazione si impegnano ad attivare un percorso comune per la valorizzazione delle produzioni toscane di qualità, analogo a quello che, promosso da un’intesa di due anni fa, ha portato ad incrementare fortemente le vendite del biologico.
“La farfalla, più precisamente una cavolaia, premierà i prodotti che, realizzati sulla base di un rigoroso disciplinare, si segnaleranno per l’utilizzo ridotto di metodi chimici in combinazione con metodi naturali, oltre che per la garanzia assoluta di non utilizzazione di organismi geneticamente modificati – ha spiegato l’assessore – Dopo un lungo iter per l’approvazione di questo marchio a livello di Unione europea siamo adesso entrati nella fase organizzativa per la sua immissione nel mercato.
E’ una fase complessa, che può coinvolgere quasi 14 mila aziende toscane, le stesse che hanno beneficiato dei finanziamenti comunitari per la riduzione dei prodotti chimici. Questo marchio rappresenterà un passaggio cruciale nell’impegno per un’agricoltura di qualità”.
Tra gli altri impegni sottolineati dall’assessore, anche quello “per restituire credibilità al prodotto carne” dopo l’emergenza Bse. In particolare si sta studiando la definizione di una specifica etichetta che accompagni il prodotto sfuso, assicurandone una completa “tracciabilità”.
Tra le indicazioni che si prevede possano essere riportate, quelle relative alla razza dell’animale, al luogo e alla data di nascita e di macellazione, al tipo di alimentazione. (pc)