G8 di Genova: il Ministero degli Esteri rigetta la richiesta di accredito per l'aretina Donatella Poretti di Radio Radicale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 luglio 2001 01:14
G8 di Genova: il Ministero degli Esteri rigetta la richiesta di accredito per l'aretina Donatella Poretti di Radio Radicale

Tale rifiuto deriverebbe dalle informazioni in possesso della Digos sulla nostra giornalista. Donatella Poretti è persona dalla condotta di vita assolutamente nonviolenta ed è quindi ben lontana da comportamenti vicini al concetto di eversione.
"Restiamo quindi molto sorpresi dall'atteggiamento di chi invece in lei individua un possibile pericolo per l'appuntamento di Genova, al punto da rifiutarle l'accredito e negarle cosi' la possibilita' di svolgere il proprio lavoro" afferma in un documento Radio Radicale.
"In vista del G8 di Genova ho compilato tutti i formulari messi a disposizione dalla Farnesina per essere accreditata come giornalista e per poter seguire l'evento ormai alle porte -racconta la stessa Donatella Poretti- Tante altre volte mi sono accreditata per eventi simili e di portata internazionale, percio' la consideravo una normale routine.
Dopo circa un mese di controlli che la Farnesina ha affidato, presuppongo, ai servizi segreti e alle Questure italiane, e' arrivata una risposta che non puo' che suscitare una certa curiosita': il mio accredito e' stato rifiutato, presuppongo, per motivi di ordine pubblico.
Stessa risposta fornita al caporedattore di Liberazione Anubi Lussurgiu Davossa, sembra per il suo passato movimentista.
Ovviamente le motivazioni del negato accredito non sono dovute, o meglio sono negate, e percio' non si puo' che andare per supposizioni.
Di fronte alla notizia non ho potuto far altro che cercare di capire perche' io possa essere considerata pericolosa, o comunque non gradita.
Ripercorrendo il mio passato e il mio presente non ho trovato neppure una denuncia, un procedimento aperto, o in corso, tantomeno una condanna civile o penale, al massimo mi sono venute in mente delle multe per divieto di sosta, prima o poi comunque pagate.
Questo almeno e' quello di cui io sono a conoscenza su me stessa.
Ho sicuramente partecipato, e anche organizzato, delle manifestazioni nonviolente su tematiche che al solo pensiero verrebbe da ridere: la liberta' per il Tibet e la democrazia in Cina, contro la pena di morte, ho sicuramente raccolto delle firme per dei referendum, ho manifestato liberamente il mio pensiero di critica anche contro l'allora Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro, tutto e sempre con modalita' riconosciute in un Paese che si suppone essere democratico.
La mia attivita' di giornalista, e di responsabile dell'ufficio stampa dell'Aduc (Associazione Diritti Utenti e Consumatori) mi sembra ancora piu' improbabile possa creare dei problemi di ordine pubblico e di pericolosita' sociale.
Sempre per supposizioni allora mi chiedo quale fascicolo possa esserci aperto su di me alla Questura di Arezzo.
E mi chiedo quali parametri sono stati utilizzati per garantire la sicurezza di Genova.
Ma forse ancora piu' opportunamente la domanda potrebbe essere, se esistono dei parametri, oppure i cittadini sono in balia dell'arbitrarieta' delle singole Questure che utilizzano criteri decisamente diversi fra di loro.
Ma la domanda potrebbe essere rivolta anche a livello locale, la Questura di Arezzo non mi deve alcuna risposta, ma la domanda retorica non posso non rivolgerla: quali criteri utilizza per gestire la sicurezza e l'ordine pubblico?
Se io sono una persona pericolosa, chi non lo e'?
L'arbitrarieta' in questioni cosi' delicate e di interesse generale non e' buon segno per una democrazia.
La liberta' di manifestare il proprio pensiero, quella di informazione e di cronaca possono dipendere da aspetti cosi' discrezionali e, per quanto mi riguarda, che non hanno alcun aggancio con la realta'?"

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