Cioni: «Torno dalla mia famiglia»; Toccafondi: "una Cionata"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 giugno 2001 15:52
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Il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, ha avuto una lunga chiacchierata con il suo vice nel corso della mattinata. Un incontro amichevole per approfondire i motivi della situazione denunciata da Cioni e apparsa sulle colonne della Nazione.
"L'annuncio è di quelli destinati a fare scalpore nella turbolenta quiete di Palazzo Vecchio -iniziava stamani l'articolo della Nazionesiglato P.d.A.- Graziano Cioni lascia. Lascia la carica di vicesindaco, lascia l'assessorato al traffico, lascia l'amministrazione di Firenze.

Se ne va senza sbattere la porta, come molti potrebbero invece sospettare, e lo fa per stanchezza. Motivi personali, che lui non nasconde, e probabilmente motivi politici. L'ho già annunciato al Sindaco. Leonardo è preoccupato. L'annuncio-choc prima di andare in giunta a discutere il piano degli scavi: Me ne vado, è arrivato il momento. Ho bisogno di stare con mia figlia, ha tre anni e non mi vede mai. Ho bisogno di stare con i miei. Sono un pensionato del Senato. Magari tornerò a far politica ma non posso continuare a fare questa vita.

La sua salute non è più quella di un tempo, anche le rocce hanno qualche acciacco. E lui, che si è fatto quest'inverno una bronchite in piedi perché non ha avuto il tempo di mettersi a letto con la febbre, ne ha risentito. Con gli amici lamenta vari chili in più e qualche dolore alla schiena. E anche la verve è scemata. Ma il problema più grosso ha tre anni, si chiama Giulia e va all'asilo dalle suore: Mi dice che sono il suo nonno — scherza Cioni —. E' vero che sono vecchio, ma se non mi riconosce come babbo vuol dire che devo cambiar mestiere.

Non è la prima volta che Graziano Cioni comunica al sindaco la sua intenzione di lasciare, ma stavolta pare proprio intenzionato a mantener fede al suo proposito. La stanchezza fisica e la famiglia sono sicuramente uno dei motivi, ma non l'unico né forse il principale. La ragione dell'abbandono di Palazzo Vecchio sta probabilmente nella delusione di questi ultimi mesi: la macchina del Comune che non risponde ai comandi, il partito che lo ha escluso dalla competizione elettorale, la tensione accumulata prima e dopo l'arresto di Adelaide Ramacci che aveva provato a comprarne la complicità con 30 milioni in contanti e altri 150 a rate.

«Con la pensione da senatore non ho problemi economici. Ho bisogno di pensare per un anno o due solo a me stesso». Di date per i saluti il senatore Cioni non parla ancora. Ma i suoi l'aspettano presto. Dino Pieri, il capo della sua segreteria, accende un'altra sigaretta e scuote la testa: Dovrò trovarmi un altro lavoro".
“Ho avuto un lungo colloquio con il vice sindaco questa mattina. Abbiamo parlato dell’intensa attività che svolge e che lo impegna molto e della situazione dell’amministrazione.

Il ruolo e la mole di lavoro hanno indubbi riflessi sulla vita personale del vicesindaco, come sulla mia e su quella dei componenti della giunta. Riflessi di cui Graziano mi ha parlato più volte, in particolare negli ultimi giorni. Per questo credo sia necessario, con serenità, trovare il modo per affrontare questi problemi”.
“Abbiamo parlato anche della città – ha aggiunto il sindaco – e abbiamo deciso di andare avanti insieme. Siamo in una fase importante per Firenze. Ci sono tanti lavori che stanno partendo e, finalmente, dopo anni, la città inizia a muoversi e a guardare avanti.

Ciò richiede un rafforzamento degli strumenti e delle strutture dell’amministrazione comunale per affrontare le complesse sfide che abbiamo di fronte. Il lavoro che sta facendo il vice sindaco in questo periodo è utile e importante. E’ una garanzia per tutti e per questo deve proseguire”.
«Caro Graziano sei solo stanco oppure ti vuoi dimettere? Penso che le due cose non siano collegabili per chi fa politica. Un politico che si alza tardi, ritorna presto, è fresco come una rosa, a casa mette tutti d’accordo, è solo un'illusione di pochi.

Se ci fosse qualcuno a Firenze che non la pensa così, e sono sicuro che qualcuno ci sia, farà bene a riflettere sulla sua azione politica e sul suo apporto alla città». E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Azione per Firenze Gabriele Toccafondi. «Caro Graziano - ha concluso Toccafondi - se questa è la tua motivazione, semplicemente e forse brutalmente ti dico che non ci credo. Fammi dire che mi sembra, e spero sia, un modo di "dire a suocera per far intendere a nuora" ovvero una di quelle famose "Cionate", che fin da ragazzino ho sentito, e che adesso lo Zingarelli farebbe bene ad inserire tra i neologismi italiani».

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