Procedure più snelle per l'uso dei pozzi d'acqua in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 Maggio 2001 20:01
Procedure più snelle per l'uso dei pozzi d'acqua in Toscana

FIRENZE La giunta regionale semplifica e chiarisce le procedure per l’utilizzo dei pozzi d’acqua. Con l’accavallarsi nel tempo di norme legislative nazionali potevano infatti sorgere dubbi circa la necessarietà di denunciare un pozzo, come prevede il Dlgs 275 del 1993, o l’obbligatorietà anche di richiedere la concessione d’uso, poichè dal 1999 tutte le acque sotterranee sono diventate pubbliche per decreto del presidente della repubblica.
Ad evitare ogni frainteso e lunghe trafile burocratiche la giunta regionale ha deliberato l’adozione di nuove procedure tecnico-amministrative semplificate.

Il provvedimento, proposto dall’assessore regionale all’ambiente Tommaso Franci, chiarisce quelle che sono le norme in vigore e si sintetizza anzitutto nell’unificazione di denuncia e richiesta di concessione. Procedendo sulla via della sburocratizzazione e semplificazione amministrativa la giunta, con la stessa delibera, ha fatto poi coincidere l’avvio della procedura di richiesta all’autorizzazione alla ricerca con quella, di nuovo, della concessione. Finora chiunque voleva utilizzare dell’acqua a fini non privati, cioè per un’attività lavorativa o di trasformazione, doveva infatti presentare prima al Genio Civile ed ora alle province una relazione idrogeologica sulla quantità, l’origine e l’impatto che il prelievo d’acqua stesso avrebbe creato sul bacino.

Ottenuta l’eventuale autorizzazione, avrebbe dovuto seguire la denuncia o richiesta di concessione. Con il Dpr 238 del 1999 tutte le acque sotterranee sono però diventate pubbliche: è un dato acquisito in partenza. Ricerca e procedura per ottenere la concessione saranno così ora avviate in modo contestuale, accorciando di parecchio i tempi amministrativi pur mantenendo l’indagine accurata.

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