16 maggio 2001 - Il Consiglio provinciale ha respinto con i voti contrari della maggioranza di Centrosinistra e di Rifondazione comunista una mozione, presentata dai consiglieri Demetrio Donati e Carlo Bevilacqua (di Forza Italia) e Alessandro Corsinovi (Ccd), con la quale si voleva impegnare il Presidente della Provincia a relazionare “allo stesso Consiglio, nel più breve termine di tempo, in merito all'attuale situazione del Servizio Sanitario Regionale della Toscana con preciso riferimento a quella relativa al territorio provinciale ed in particolare circa il taglio di alcuni servizi sanitari, il bilancio della ASL 10 ed i tempi occorrenti per usufruire di usuali o particolari esami diagnostici”.
Per l’assessore Mario Lastrucci, che ha parlato a nome della giunta, la contrarietà è motivata dalla “forte politicizzazione con cui si è voluto caratterizzare questo problema. Ciò non esclude il nostro impegno e la nostra vigilanza in campo sanitario”. Nella mozione, tra l’altro, si faceva riferimento a una polemica sui premi di produzione dati al Direttore generale, al Direttore sanitario e al Direttore amministrativo della Asl 10 di Firenze nonché all’indagine in cui è coinvolto il vicepresidente del Consiglio regionale Carlo Melani.
Nel presentare la mozione il consigliere Donati ha fatto riferimento all’articolo 14 della legge regionale 8 febbraio 2000, con la quale si specifica che i Comuni e le Province concorrono alla programmazione regionale attraverso la Conferenza permanente per la programmazione sociosanitaria. Donati ha denunciato casi che evidenzierebbero inefficacia nel sistema sanitario regionale. sottolineato come la mozione intendesse indurre a un dibattito sulla sanità. Prendere in considerazione un sistema innovativo nel rapporto con i privati “non è essere contrari al Servizio sanitario nazionale: personalmente preferisco il pubblico”.
Ha replicato Giovanni Vignoli, capogruppo dei Popolari, respingendo il “parlare di fatti estranei alla sanità come inchieste che c’entrano abbastanza poco”. Per il capogruppo del Ccd Alessandro Corsinovi “c’è perplessità per l’ipergarantismo fiorito a sinistra. Riconfermo piena fiducia all’operato degli inquirenti della Magistratura fiorentina, auspico che le inchieste vadano avanti”. La mozione chiede “un impegno preciso perché su questi temi si apra discussione e confronto”.
“E’ vero – ha detto Eugenio D’Amico, capogruppo di Rifondazione - C’è una precarizzazione della salute, ma altra cosa è girare la frittata e tornare su un fatto increscioso. Attenti a fare moralismo. Il modello toscano non ci piace, ma quello lombardo proprio non ci garantisce”. Il consigliere Piero Parotti, sempre di Rifondazione, ha denunciato la “logica dell’aziendalizzazione adottata da Destra e Sinistra con il risultato di fare aumentare i deficit”. Più utile affidarsi “a una programmazione seria”.
Per il consigliere dei Ds Giancarlo Girolami il no alla mozione è motivato dal fatto che “gli interventi dimostrano che non si vuole discutere sugli aspetti che ci competono. Donati ha posto problemi che esistono e che sono reali. Ma il livello dei servizi sociosanitari nostro è di buon livello, con risposte appropriate”. Alcuni tipi di esame in Toscana vengono soddisfatti in tempi precisi, sulla base delle patologie, dell’urgenza d’intervento e delle prescrizioni del medico. Quanto al modello lombardo sarebbe difficile “coniugare il livello fiscale con le prestazioni gratuite”: la Lombardia registrerebbe un forte deficit in questo senso.
“Qui – ha osservato Girolami - si vuole mettere in discussione la politica sanitaria in Toscana portando i Ds sul banco degli imputati”. Secondo Pier Giuseppe Massai (An) più episodi mostrerebbero che “qualcosa non va nel piano sanitario regionale della sanità in Toscana. Funziona il sistema toscano? Ci portino le prove”. Per il capogruppo di An Enrico Nistri la discussione sulla sanità è opportunamente slittata al dopo-elezioni. “Non bisogna fare i processi – ha detto - siano lasciati ai magistrati, sia per il Polo sia per i Ds”.
Tuttavia “c’è un procedimento giudiziario che ha rivelato problemi veri… Non c’è spazio per la demagogia ma nemmeno per la leggerezza”. Da Parotti la richiesta di riportare in commissione la mozione. Ma la sua proposta è stata avanzata quando il Consiglio era già nella fase della “dichiarazione di voto” e ciò impedisce un riesame in commissione delle mozioni.