"I bandi per consentire alle imprese di pesca e di acquacoltura di richiedere i finanziamenti comunitari sono definitivamente pronti e di imminente pubblicazione. Abbiamo accelerato le procedure proprio per cercare di recuperare ulteriori risorse economiche". E' questo l'annuncio più atteso dagli operatori del settore che ha fatto l'assessore regionale alla pesca, Tito Barbini, nel corso del suo intervento al seminario sullo sviluppo economico e produttivo delle aree costiere che si è tenuto a Viareggio in preparazione della prima conferenza regionale sull'economia del mare, in programma per il 2 Marzo prossimo all'Accademia Navale di Livorno.
Il piano triennale nazionale riserva alla Toscana ciascun anno 1 miliardo e 205 milioni per credito di esercizio (574 milioni), credito peschereccio (16 milioni), promozione dei prodotti (123 milioni), polizze assicurative (41 milioni), accordi di programma (205 milioni), ristrutturazioni aziendali e ricapitalizzazioni cooperative (246 milioni). La Regione si occupa anche di gestire direttamente le barriere per la protezione delle risorse delle zone marine costiere per 400 milioni, l'acquacoltura per 6,2 miliardi, i porti di pesca per 1,3 miliardi, la trasformazione e commercializzazione dei prodotti per 5 miliardi, la pesca nelle acque interne per 500 milioni, la piccola pesca costiera per 2,2 miliardi, la promozione per 1,2 miliardi, le azioni realizzate dagli operatori del settore per 1 miliardo, le misure innovanti per 200 milioni.
La previsione è che con i 18 miliardi di derivazione comunitaria, statale e
regionale si attivino investimenti per circa 40 miliardi di lire.
"Siamo però di fronte - ha detto l'assessore Barbini - ad una legislazione
centralistica, fortemente datata, con procedure macchinose, che affida poteri
decisionali a organismi pletorici ed attiva meccanismi di consultazione a
mezzo di infiniti comitati e commissioni. Ciò che sembrava ieri ragionevole,
e che oggi mi pare non rinviabile è una legislazione nazionale rinnovata che
mantenga in ambito centrale ogni decisione sulla quantit… e qualità dei
prelievi, ma che affidi ai governi regionali ogni intervento di sviluppo,
ammodernamento e controllo del settore ".
Secondo l'assessore è ormai tempo che anche questo comparto si doti di una
conduzione più agile e soprattutto più attenta a cogliere le opportunità offerte
dalla politica comunitaria, piuttosto che a lamentarne continuamente le
limitazioni.
"Un serio processo di riorganizzazione del settore -questa la sua conclusione- può portare alla massima qualificazione dei prodotti ittici della nostra regione e raggiungere, anche attraverso la maricoltura e l'acquacoltura, la produzione necessaria a coprire la crescente domanda, mantenendo gli alti livelli di qualità della produzione agro-alimentare toscana.