Daniele Panerati annuncia: «Scrivete pure, vogliono fare della Publiservizi un troiaio. Ma io non ci sto. Per questo ho deciso di dimettermi da presidente e amministratore della Publiservizi. Una decisione che ho maturato negli ultimi mesi e di cui ho informato martedì scorso sia l'assemblea del Consiag che la direzione provinciale dei Ds».
«C'è chi ha equivocato - chiarisce Panerati - Publiservizi non è un'operazione geopolitica o spartitoria. Lo dico io che sono l'ideatore principale.
Publiservizi è stata concepita come un progetto industriale in grado di fornire un valore aggiunto, ma così non è stato. Se non è decollata è perchè in questi mesi si è sviluppato all'interno del consiglio d'amministrazione e della proprietà un dibattito che ne ha impedito lo sviluppo. Si è parlato più di organigrammi che di piani industriali. Gli effetti negativi sono due: un immobilismo imprenditoriale delle società di Publiservizi. Un'incapacità a decidere che potrebbe avere ricadute pesanti sui cittadini.
E questo ha impedito di partecipare a gare per appalti che erano di nostro interesse. Inoltre gli esiti del dibattito potrebbero produrre una conclusione opposta rispetto al progetto iniziale».
«Questa è una modifica strutturale - commenta Panerati - così abbiamo alcune aziende monoservizi, grosse municipalizzate di scopo, come esistevano venti anni fa, coordinate da una holding meramente finanziaria. Ma i comuni non hanno soldi, il progetto non funziona. Così non si fa impresa, così si è fuori mercato.
Questo produrrebbe un danno enorme ai cittadini, un aumento incontrollabile delle tariffe. Un tonfo non tollerabile. Non accetto l'idea di una perdita economica in partenza».
Ecco il commento del presidente della Provincia di Prato, Daniele Mannocci: “Le dimissioni di Panerati, a cui si deve riconoscere grande apprezzamento per il lavoro svolto fino ad oggi, costituiscono una provocazione forte e significativa nell’ottica degli interessi dell’area metropolitana. Questo atto va letto nello scenario di una difficoltà oggettiva a far decollare uno strumento importante come la holding che necessità di una capacità di progettualità ampia e condivisa.
A questo punto la politica deve rilanciare il confronto e l’iniziativa a un livello più alto per trovare soluzione a una questione cruciale per l’area metropolitana. La holding dei servizi costituisce una realtà strategica per lo sviluppo dell’area, la sua affermazione è strettamente legata alla convinta assunzione di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti e non può essere lasciata alle scelte delle aziende”.