Opere di salvaguardia dal rischio idraulico per oltre 300 miliardi sui bacini di Bisenzio e Ombrone

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2000 21:10
Opere di salvaguardia dal rischio idraulico per oltre 300 miliardi sui bacini di Bisenzio e Ombrone

Prevede investimenti per oltre 300 miliardi, attraverso l’attivazione di un cofinanziamento fra Stato (verrà chiesto l’inserimento nella prossima Finanziaria) ed enti locali, il piano di interventi per i bacini idrografici di Bisenzio e Ombrone deciso ieri mattina nel corso di un incontro che si è tenuto in Provincia e a cui hanno partecipato l’assessore all’Ambiente, Massimo Logli, Angelo Biagini dell’Autorità di bacino dell’Arno, i comuni di Prato, Vaiano, Vernio, Cantagallo, Montemurlo, Poggio a Caiano e Carmignano, la Comunità montana e il Genio civile.

Gli interventi necessari nei due bacini sono stati programmati sulla base dello studio di fattibilità elaborato da Hydea e condotto sul piano stralcio dell’Autorità di bacino. Lo studio, finanziato dalle Province di Prato e Pistoia e dall’Autorità stessa, permette di definire interventi strutturali nell’ambito di un modello idraulico del territorio: sono previste 5 casse di espansione per il bacino del Bisenzio, da realizzarsi nei comuni di Campi, Signa e Sesto Fiorentino, che permetteranno un contenimento di 8 milioni di metri cubi per un costo complessivo di circa 100 miliardi.

Per il bacino dell’Ombrone invece lo studio ha dichiarato eseguibili 21 casse di espansione, di cui 3 nel comune di Prato e le altre in vari comuni della Provincia di Pistoia, per un contenimento di 15 milioni di metri cubi e un costo complessivo di 225 miliardi. Per gli interventi pratesi, dal costo di 35 miliardi, verrà consegnato a giorni al Comune di Prato il materiale per definire un assenso di massima alla realizza-zione che permetta di attivare i finanziamenti necessari. “L’utilizzo del primo studio su scala di bacino, iniziato 2 anni fa, permette alla nostra area di avere la progettazione più avanzata dell’intero bacino e all’Autorità dell’Arno, an-che attraverso la concertazione con gli enti locali, di progettare opere che realisticamente salvaguardino il territorio anche dai fenomeni annuali ormai ricorrenti - spiega l’assessore Logli – Dobbiamo quindi sfruttare a fondo questo vantaggio e passare velocemente alla fase di realizzazione per intervenire su acque alte (fiumi e torrenti) e basse (fossi e scarichi) nell’ottica di una nuova filosofia della salvaguardia idraulica, rivolta non solo ad evitare eventi estremi ma anche al contenimento di quelli minori, considerati anche dall’Autorità di bacino un rischio consistente visto il cambiamento delle condizioni climatiche”.

Per il bacino del Bisenzio è stato programmato anche un ulteriore studio di fattibilità (già finanziato dall’Autorità di bacino con 800 milioni) che individui la possibilità di realizzare opere di contenimento sul reticolo minore dell’Alta valle attraverso invasi ad uso plurimo, opere necessarie per raggiungere una quota di contenimento sufficiente a salvaguardare la piana. Il piano stralcio dell’Autorità prevedeva infatti in origine ben 28 casse di espan-sione per il bacino del Bisenzio per 25 milioni di metri cubi di contenimento, ma, come si è già detto, lo studio successivo ha confermato l’eseguibilità solo per 5 di queste.

Quello riunitosi ieri mattina diventa adesso un tavolo permanente, che seguirà tutto l’iter finanziario e progettuale degli interventi sui bacini: La prossima convocazione è prevista per la metà di gennaio per una analisi dettagliata di tutte le opere.

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