IDRA propone una riflessione sulla polemica dell'Alta Velocità ferroviaria

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2000 08:13
IDRA propone una riflessione sulla polemica dell'Alta Velocità ferroviaria

"A noi, questo sembra uno strano Paese -scrive Pier Luigi TOSSANI, membro del Consiglio direttivo- Da anni IDRA predica nel deserto della disinformazione, della irresponsabilità etica e sociale e del pensiero unico, della sottomissione acritica alla volontà dei poteri forti, le ragioni primarie del suo NO alla grande opera inutile, che sono tra l’altro facilmente accessibili a qualunque persona di buon senso. E che oltrepassano di molto la semplice tutela dell’ambiente, entrando nella sfera del buon governo:
Non ci serve, perché statisticamente nel nostro Paese l’80% dei viaggi in treno e in auto avviene su distanze non superiori ai 100 chilometri, dove gli investimenti da fare sarebbero ben altri che quelli sui treni-missili.
Ci ha impoverito, ci sta impoverendo e ci impoverirà tutti.

Prima, con gli investimenti spaventosi, esclusivamente a carico del pubblico erario, fatti per realizzarla. Altro che joint-venture 60% privata – 40% pubblica! Citiamo solo l’esempio della variante in galleria di 13 km Firenze-Castello, tra Vaglia e Sesto Fiorentino, che sta venendo a costare almeno 2.000 miliardi, con un incremento di spesa del 100% in meno di due anni… Durante, il giorno sventurato che andasse a regime: questo ci mostra l’esperienza di Giappone e Francia, dove l’esercizio dell’Alta Velocità ha accumulato debiti per le relative Aziende Ferroviarie rispettivamente di 10 e 5 volte il giro di affari annuo, e per questo l’Alta Velocità la stanno appunto sbaraccando! In Italia poi la perdita sarebbe molto superiore, perché i volumi di traffico sui quali fare gli ammortamenti sono sensibilmente inferiori a quelli di Francia e Giappone.

Dopo, perché l’architettura finanziaria del progetto TAV prevede, dal momento dell'attivazione del servizio AV, e quindi teoricamente fra cinque anni, l’inizio della restituzione dei prestiti contratti dallo Stato con le banche: sono già impegnate 20 finanziarie, per un importo stimabile di circa 5.500 - 6.000 miliardi all’anno per venti anni. Tra l’altro, questi debiti oggi nel bilancio dello Stato non figurano, per motivi che sarebbe troppo lungo spiegare qui, ma… sono veramente interessanti.

La prossima volta.
Esistono soluzioni alternative razionali ed economicissime, diremmo verdi, come il progetto Beltramba (ingegnere ferroviario bolognese già nominato dall'Autorità Giudiziaria perito per l’incidente del Pendolino a Piacenza) per il potenziamento della Direttissima Prato-Bologna. Si raddoppia la capacità della linea attuale (fino 400 treni al giorno, di ogni tipo), aumentando al tempo stesso la velocità media di percorrenza sulla tratta. Senza fare gallerie, anzi senza neanche quadruplicare.

Come? E’ l’uovo di Colombo: investendo sull'impiantistica elettronica e ampliando il nodo scambiatore di S. Benedetto Val di Sambro. Il prezzo? Circa 200 miliardi, contro i 6.100 che si stanno spendendo con la galleria di 72 km sotto l’Appennino, unica al mondo. Senza sfregiare il territorio… un progetto che Legambiente dovrebbe sostenere, immagineremmo, con una determinazione ben superiore alla nostra.
Ce ne sarebbero ancora, molte e purtroppo ignote al grande pubblico, di ragioni del NO all'Alta Velocità; noi siamo comunque sempre disponibili a qualunque richiesta di approfondimento, da qualunque parte provenga.

Per adesso l’oggettività dei dati ci fa amaramente constatare, a meno che non ci sia qualcuno che dimostri il contrario, che l’unico vantaggio, davvero rilevante, in questa operazione, sia quello finanziario per i Grandi Consorzi che la stanno realizzando. Facendo affari d’oro. In merito alla polemica in corso, quelle che abbiamo sopra elencato ci sembrano sufficienti, per ora. Aggiungiamo soltanto che, date queste premesse e focalizzando nuovamente il tema sulla dimensione locale, i danni ambientali che la nostra regione sta soffrendo potremmo considerarli alla stregua della classica ciliegina sulla torta, o della goccia che fa traboccare il vaso.
E quindi, strano Paese appunto il nostro, dove questi argomenti non vengono confutati o approfonditi, come ci si aspetterebbe in un dibattito serio che avesse a cuore la scelta migliore per gli investimenti trasportistici da fare, naturalmente con la contemporanea maggior salvaguardia possibile del territorio.

Al contrario, viene semplicemente accusata IDRA di fare propaganda e lanciare accuse gratuite. E’ certamente vero che IDRA ha la particolarità di conservare la memoria, e non può fare a meno ogni tanto di riportare a galla le contraddizioni di tanti sedicenti paladini dell’ambiente. Dovrebbe tacere, IDRA? Se anche IDRA tacesse, altri si alzerebbero al posto suo. Se nessuno parlasse, griderebbero le pietre, tale è il danno che si va consumando a discapito dell’interesse della collettività nazionale.
A Legambiente, e a chiunque abbia responsabilità pubbliche o mandati di rappresentanza da parte di cittadini, così come a chiunque altro abbia a cuore la cosa pubblica, IDRA semplicemente vuole offrire uno sguardo di verità, portando le evidenze del lavoro fatto in tutti questi anni.

Le quali ci dicono, come abbiamo cercato di riassumere in poche righe a proposito di questa vicenda esemplare, che la realtà è ben diversa da come ce la dipingono i poteri forti. IDRA è aperta a qualunque confronto su basi serie, però sollecita tutti a uno sforzo di coerenza e di responsabilità civile. In particolare coloro che si propongono come guide della collettività sociale, a qualunque livello. Nel nobile servizio della politica, uno dei frutti dell’impegno si ha quando abbiamo ben impiegato le risorse dell’ambiente e del popolo.

E quindi, ci sentiremmo di dire, siamo stati sale che ha arricchito l’uno e l’altro. Del sale insipido, che se ne fa?"

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