Intervento urbanistico a Porta a Prato: il Consiglio comunale approva la delibera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2000 00:17
Intervento urbanistico a Porta a Prato: il Consiglio comunale approva la delibera

Il Consiglio comunale ha approvato ieri sera la delibera che ratifica l’accordo di programma per realizzare gli interventi pubblici nell’area Fs accanto alla Stazione Leopolda oltre a parcheggi, verde pubblico e a una nuova strada che dovrà collegare Porta a Prato a piazza Puccini. La delibera è stata approvata con 26 voti favorevoli, tre contrari e sei astenuti.
«Le ipotesi più pessimistiche sull’insostenibilità delle trasformazioni urbanistiche che stanno passando in questa città disgraziatamente si avverano.

Con la delibera che approva circa 440 appartamenti e un albergo da 100 camere nell’area dell’ex stazione Leopolda - via Paisiello si conferma definitivamente la filosofia urbanistica che guida questa amministrazione: si avvallano interventi di dismissioni a favore di nuovi insediamenti intensivi e urbanisticamente e socialmente non sostenibili». E’ quanto ha dichiarato la capogruppo di Rifondazione Comunista Monica Sgherri durante la discussione, in Consiglio comunale, della delibera sull’intervento edilizio nella zona di Porta a Prato.
«Vale anche ricordare - ha proseguito la Sgherri - che all’epoca dell’approvazione del piano regolatore fiorentino, l’allora sindaco Primicerio si impegnava a rimandare alla legislatura seguente tutte le ipotesi di trasformazione urbanistica delle aree ferroviarie.

Capitolo particolarmente importante per la città di Firenze visto che queste sono numerosissime e tutte collocate in aree preziosissime e strategiche per qualsiasi operazione urbanistica».
Secondo la capogruppo di Rifondazione comunista «la prima grande operazione di dismissione di area ferroviaria arriva in consiglio comunale senza che le Ferrovie dello Stato siano presenti perché di fatto rappresentate da un consorzio di costruttori». «Perché l’accordo di programma viene fatto solo con i costruttori privati? - ha domandato - Quale è la proposta?».


«Circa 120 appartamenti, finanziati con fondi statali, da destinarsi a residenza dei militari – ha ricordato la Sgherri - circa 70 appartamenti da realizzarsi in edilizia convenzionata, cioè mutui agevolati che verranno consegnati al Comune tra 18 anni, ovviamente occupati. In cambio 240 appartamenti di edilizia privata da vendersi sul libero mercato e un albergo da 100 camere. La domanda legittima è questa: dove è l’interesse pubblico generale, ossia della città, e dove è l’interesse di quel quartiere?».


«Tutti noi siamo consapevoli che quel quartiere è tra i più congestionati per il traffico – ha rilevato la consigliera di minoranza - in quell’area non c’è bisogno di altri 440 alloggi che significano poi circa 600 macchine private in più e diversi pulmann turistici al giorno in alta stagione. A Porta a Prato c’è sicuramente bisogno di un minimo di giardini pubblici, di un collegamento con il Parco delle Cascine e, soprattutto, interventi seri per decongestionare il traffico.

Non si venga a parlare poi di interesse pubblico: le aree per la realizzazione degli alloggi dei militari erano state localizzate più di 5 anni fa, se si perdessero i finanziamenti pubblici la responsabilità sarebbe di chi da allora non ha fatto nulla in questi anni per concretizzare la localizzazione».
«In quanto al bisogno casa, ormai cronico - ha concluso la Sgherri - questi alloggi pubblici di fatto non sono disponibili e quando entreranno nella disponibilità del Comune saranno occupati da famiglie.

Fra 18 anni il Comune avrà l’intenzione di sfrattare questa famiglie che vi abitano?
C’è infine una questione di fondo: non sarebbe più corretto da punto di vista urbanistico e degli interessi pubblici affrontare complessivamente la questione delle aree ferroviarie e la loro eventuale trasformazione invece di concedere volta per volta, stile margherita, la variante ad hoc. In quale dei due contesti il Comune ha qualche possibilità in più di governare il territorio e di ottenere risposte concrete ai problemi che già oggi quotidianamente esplodono?».
“L’obiettivo dell’intervento a Porta a Prato ha obiettivi precisi, nell’interesse della città.

Dare risposta alle esigenze abitative delle forze dell’ordine, nell’ambito della politica della sicurezza; migliorare le condizioni di accessibilità con la realizzazione di una nuova strada, che alleggerisca via Ponte alle Mosse; permettere la pedonalizzazione delle Cascine e affrontare in modo definitivo il nodo di Porta al Prato”. Sono le parole dell’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi, nell’illustrare al consiglio comunale la delibera che ratifica l’accordo per realizzare gli interventi pubblici nell’area Fs accanto alla Stazione Leopolda (ora sede di uno scalo merci usato soprattutto come dormitorio di fortuna dagli extracomunitari) oltre a parcheggi, verde pubblico e a una nuova strada che dovrà collegare Porta a Prato a piazza Puccini.


“Il progetto – ha spiegato Biagi – è stato suddiviso in due parti: la prima è oggetto dell’accordo di programma che chiediamo venga ratificato oggi, per evitare di perdere i finanziamenti pubblici per l’edilizia sovvenzionata per le case delle forze dell’ordine (la scadenza è il 31 ottobre). La seconda parte (per la realizzazione della parte privata dei 440 alloggi complessivi) prevede l’adozione di una specifica variante al Prg: seguirà il normale iter amministrativo e potrà essere oggetto di una futura ampia discussione.

Ratificare oggi l’accordo di programma non costituisce un fatto definitivo. Quindi insisto perché oggi venga votata la delibera in discussione, per non perdere il finanziamento; mentre per quanto riguarda le caratteristiche dell’intervento privato, ribadisco che siamo disponibili a discutere e modificarle”. Biagi ha poi voluto rispondere a quelle che definisce critiche di frettolosità: “Ci sono tempi previsti dalle leggi che devono essere rispettati, e credo che sia un bene. Ma proprio per questo, non appena siamo stati in grado di informare compiutamente sull’attuazione dell’intervento, lo abbiamo fatto, anche attraverso la stampa: e ora nessuno può dire che non sapeva.

Quindi niente colpi di mano, ma un percorso lineare nell’abito della ristrettezza dei tempi imposti dalla scadenza di legge”. Infine, dall’assessore è arrivata una replica al consigliere della minoranza Portanova. “Lei ha affermato che questa vicenda ‘puzza di marcio’ – ha detto Biagi – Non voglio fare polemiche, ma penso che avrebbe fatto meglio a tacere. Ha perso un’occasione per dimostrare uno stile”.

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