Stasera all'Auditorium Flog "La passione di Râbi’a" dal Medio Oriente

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2000 14:34
Stasera all'Auditorium Flog

E’ sull’immagine del takht ch-charqî che la cantante Aïcha Redouane e il percussionista Habib Yammine hanno fondato l’ensemble AL-ADWAR (parola che significa allo stesso tempo i cicli ritmici e melodici, una forma d’arte raffinata e, simbolicamente, l’eterno ritorno); questa formazione strumentale tradizionale del Vicino o Medio Oriente accompagna il canto e interpreta il repertorio strumentale. Obiettivo del gruppo è far rivivere la grande tradizione del Maqâm arabo che ha conosciuto la sua epoca d’oro alla fine del XIX secolo e agli inizi del XX.

In una sorta di ritorno alle origini, Aïcha Redouane e Habib Yammine hanno lavorato per molti anni alla riabilitazione della tradizione del maqâm (modo/modalità) basato sull’improvvisazione (irtijâl/taqsîm) e l’esplorazione delle differenti forme dei repertori: qasîda (poema classico), mûwashsha (poema neo-classico), dawr (tema e variazione su un poema dialettale egiziano), samâ’î (introduzione strumentale), tahmîla (forma strumentale in tema e variazione), il tutto in una costante ricerca del tarab dove l’emozione musicale si spinge fino al parossismo.
Il takht (piccolo gruppo) Al-Adwar è composto da musicisti di grande talento come Salah el-Din Mohamed al qânûn (cetra trapezoidale), Nabil Abdelmoulah al nây (flauto) e Habib Yammine al riqq e daff (tamburelli).
"La passione di Râbi’a" è stata composta da Aïcha Redouane e Habib Yammine sullo stile del maqam arabo del Vicino Oriente, sui poemi di Rabi’a al-Adawiya (721-801), la prima e più grande poetessa sufi.

Vissuta nel decimo secolo dall’Hegira, non ha cessato di essere venerata come una santa dal momento della sua morte avvenuta nella città irakena di Basra nell’801. Schiava affrancata, cortigiana, suonatrice di flauto ney, consacrò la sua vita all’amore per Dio, dedicandosi alla meditazione e alla preghiera giorno e notte.
In "Râbi’a" tutto è riunito, la donna, la parola, l’ispirazione, il dono, la semplicità del canto interiore esalato dal flauto di rosa: una gioia, che è speranza di luce, verità divina, amore per Dio.

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