Far leva sulla capacita' progettuale dei territori, sulla
collaborazione fra enti locali, categorie e parti sociali per rilanciare i
sistemi economici e i distretti industriali.
Questa, per la Regione, la via
maestra da seguire per promuovere uno sviluppo in armonia con il
territorio e per rendere competitive sui mercati internazionali le piccole e
medie imprese che costituiscono l'ossatura del nostro sistema. Dai primi di
novembre per raggiungere questi obiettivi la Toscana avra' uno strumento
in piu': aprira' infatti i battenti l'Apet, l'Agenzia regionale per la
promozione economica che, fra le sue funzioni, avra' anche quella di
sportello unico a sostegno della internazionalizzazione.
A disegnare questo
scenario e' stato il presidente Claudio Martini intervenendo a Prato al
Forum internazionale della piccola e media impresa. Il presidente ha
indicato nella concertazione lo strumento principale per individuare e
utilizzare le risorse disponibili sul mercato, coordinarle con la finanza
pubblica e rafforzare cosi' la competitivita' del sistema Toscana.
"Il sostegno alle piccole e medie imprese - ha detto Martini - e' un
impegno costante per il governo toscano. Far crescere la competitivita' dei
nostri sistemi di piccola e media impresa significa anche rafforzare la loro
capacita' di fare sistema ".
E' in questa direzione che si muovono le
iniziative di sostegno da parte della Regione. Un sostegno che, ha ricordato
il presidente, si rafforza ulteriormente grazie al bilancio 2001 che porta da
50 a 53,5 miliardi l'investimento complessivo per le attivita' produttive.
Martini ha poi ricordato, fra i punti qualificanti del bilancio regionale, il
progetto per il sostegno della New economy (17 miliardi in due anni), i due
fondi di garanzia che prevedono rispettivamente 1 miliardo e 750 milioni e
oltre 5 miliardi per l'innovazione e la concessione di contributi in conto
interessi per le imprese che investono in tecnologia, gli 850 miliardi l'anno
messi a disposizione dai fondi comunitari di qui al 2006.
Di grande
importanza i fondi resi disponibili dall'accordo Regione-banche (1
miliardo e 300 milioni in tre anni) che consentiranno alle piccole e medie
imprese toscane un accesso agevolato al credito, correggendo cosi' uno dei
fattori di strutturale debolezza del sistema.
I risultati di questo sforzo sono gia' a portata di mano.Se a tutto questo si
affiancano i dati di quello che gli esperti hanno gia' definito come "piccolo
miracolo economico" (aumento delle esportazioni del 19 per cento nel
primo semestre 2000, calo del tasso di disoccupazione sotto la soglia del 5
per cento, crescita del Pil prevista per fine anno di oltre il 3 per cento),
possiamo dire, come ha osservato Martini, che quello che attende la
Toscana e' un periodo di grandi opportunita'.
Un'opportunita' che la
Toscana deve fare di tutto per cogliere.