Per un forte rilancio del CESVIT

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2000 13:51
Per un forte rilancio del CESVIT

Il Consiglio provinciale si è espresso in favore di un forte rilancio dell'attività dell'Agenzia per l'alta tecnologia CESVIT, approvando con i voti favorevoli dei rappresentanti di tutti i gruppi, escluso quello del Ccd che si è astenuto, una mozione proposta ed illustrata dal presidente della Commissione consiliare per le Attività produttive, Giovanni Vignoli.
Il CESVIT svolge un ruolo, definito "strategico" nella mozione, per la diffusione dell'innovazione tecnologica nelle imprese, ma ha avuto difficoltà a posizionarsi sul mercato.

La Provincia vi partecipa con una quota del 6,35%.
Serve un progetto per il quale il Consiglio provinciale ha indicato più punti di riferimento: centri di servizi alle imprese, un centro (il CE.TA.CE) per la certificazione dei prodotti, un centro per la certificazione software, un centro per l'innovazione e la ricerca e un'agenzia di sviluppo e affari.
Si dovrà poi ricostituire gli organi della società (il Consiglio di amministrazione si è dimesso nello scorso luglio) e procedere all'aumento del capitale sociale.
La Giunta provinciale concorderà una posizione comune con la Giunta regionale e Palazzo Vecchio ma saranno considerati attori preziosi anche la Camera di Commercio, l'Università, la Cassa di Risparmio, saranno colte le opportunità del possibile ruolo offerto da Promolavoro e saranno "interlocutori essenziali" i rappresentanti delle categorie economiche.
Forza Italia ha proposto alcuni emendamenti - accolti dal Consiglio al quale sono stati illustrati da Fabio Filippini - tesi a dare maggiore concretezza al percorso indicato dalla mozione ed a chiarire il ruolo di Promolavoro.

Il capogruppo Carlo Bevilacqua ha invitato a non dimenticare gli errori del passato ed i risultati fallimentari della precedente gestione del CESVIT, chiedendo che l'Agenzia abbia per il futuro una struttura al passo con il mondo delle imprese ed un Consiglio di amministrazione composto da veri esperti.
Anche Rifondazione ha presentato suoi emendamenti. Uno, tendente a sottolineare la strategicità del ruolo del CESVIT, è stato accolto. Un altro, che chiedeva che la Provincia portasse la sua quota di partecipazione al 10%, non è stato accettato.

La Provincia ha un ruolo importante, nuove competenze in materia di politiche sul lavoro, ha detto il capogruppo Eugenio D'Amico per motivare quest'ultima richiesta. E i problemi per il CESVIT sono nati perché sul territorio sono mancate politiche pubbliche a sostegno dell'innovazione.
Sarebbe sbagliato, ha risposto a D'Amico Fabrizio Bandinelli, dei Ds, che la Provincia aumentasse la sua quota nel momento in cui si apre all'ingresso nel CESVIT di altre istituzioni e categorie economiche. Bandinelli ha poi sostenuto che le attuali dimensioni dell'agenzia sono troppo ristrette per consentirle di assolvere al suo compito, e pure il territorio a cui si è guardato finora è piccolo.

Bisogna ampliare gli orizzonti, anche per riuscire a richiamare investimenti dall'estero.
L'aumento di capitale è già "prenotato" da parte di nuovi soggetti privati, ha ulteriormente precisato l'assessore allo sviluppo economico Piero Certosi, per questo la richiesta che la Provincia aumenti la sua partecipazione è inaccettabile. Certosi ha anche detto che il CESVIT potrà rappresentare uno strumento per affiancare al meglio le politiche provinciali per lo sviluppo, politiche che si fondano su progetti e non su percentuali di partecipazione.
Incompleta e non convincente l'illustrazione di Vignoli a giudizio del rappresentante del Ccd Alessandro Corsinovi, che per questo si è astenuto sulla mozione.

Non sono stati evidenziati la cattiva gestione del CESVIT e il pauroso dissesto dovuto a consulenze per miliardi, ammortamenti troppo gravosi, clientelismi.
Infine Alessandro Giorgetti, di An, si è augurato di vedere i risultati che la mozione si ripromette ed ha sostenuto la necessità di non limitare l'attività del CESVIT a campi particolari.

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