Rinasce il palazzo di via del Proconsolo demolito dieci anni fa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2000 17:22
Rinasce il palazzo di via del Proconsolo demolito dieci anni fa

Al piano terra, la visione di eccezionali reperti della città romana, per la prima volta a Firenze aperti al pubblico; al primo, secondo, terzo e quarto piano, sette nuovi appartamenti, realizzati ex novo nel centro storico dopo decenni; nel seminterrato, due locali ad uso commerciale che potranno essere utilizzati come shop-center, forse dai frati della attigua Badia Fiorentina. E’ quanto prevede il progetto per la ricostruzione dell’immobile in via del Proconsolo, all’angolo con via Dante Alighieri, dove un’alta recinzione ha nascosto un vero e proprio “buco” nel cuore della città, oggetto di discussione e polemiche dopo la demolizione del vecchio edificio ottocentesco, avvenuta circa dieci anni fa.

Oggi, dopo un lungo percorso che ha visto protagonisti l’assessorato all’Urbanistica del Comune, le soprintendenze cittadine e la proprietà dell’area, si è arrivati ad una proposta concreta che si pone importanti obiettivi: ricostruire un edificio a destinazione residenziale, confermando la volontà dell’amministrazione di recuperare e privilegiare la funzione abitativa nel centro storico; salvaguardare e rendere alla città il sito archeologico emerso durante i lavori degli anni ottanta, prima della demolizione; recuperare l’integrità formale della facciata della Badia Fiorentina, con la riapertura di una finestra su via del Proconsolo che era stata ostruita dal vecchio edificio.
“Il piano di recupero - dice l’assessore all’Urbanistica Gianni Biagi, che ha presentato il progetto insieme al direttore dell’Urbanistica Gaetano di Benedetto - sana una vicenda ormai storica.

Anche in questo caso il nostro obiettivo è quello di rendere organicità al sistema urbano e recuperare le parti non utilizzate del centro storico: abbiamo cominciato con il Capitol, andremo avanti con l’Apollo, per il quale stiamo lavorando. La destinazione ai fini residenziali, che noi comunque vogliamo privilegiare, non presuppone però che in futuro non si possano recuperare anche ai fini museali i grandi contenitori che si libereranno, come San Firenze o la parte della stessa Badia utilizzata dalla Pretura: su questo, come sullo stesso edificio che vogliamo ricostruire in via del Proconsolo, siamo disponibili a discutere con le soprintendenze, con le quali abbiamo svolto in questi mesi un proficuo lavoro e che voglio ringraziare per la disponibilità dimostrata”.


Il progetto prevede un accesso al pubblico da via del Proconsolo per la visione dei reperti archeologici di epoca romana che a Firenze non sono visitabili in nessun altro luogo: resti delle mura, di una delle due torri che controllava l’accesso a via Dante Alighieri e di una fullonica, sistema di vasche comunicanti. “Questo potrebbe essere l’elemento iniziale - afferma Biagi - di un processo di riappropriazione della città romana e delle radici storiche fiorentine, che potrebbe poi continuare con l’apertura degli scavi sotto Palazzo Vecchio, ancora chiusi, dove sono visibili i resti del teatro romano”.


Per quanto riguarda gli appartamenti, ne sono previsti sette; due per piano (escluso il terzo, dove ci sarà un’unica abitazione più grande) con superfici dai 43 ai 114 mq; l’accesso sarà da via Dante Alighieri. Il progetto prevede una ricostruzione lineare, filologica rispetto al preesistente palazzo ottocentesco, volutamente semplice e quasi mimetico rispetto allo scenario di via del Proconsolo. “Sull’inserimento di eventuali elementi di novità nel contesto del centro storico – dice ancora Biagi - saremmo ben contenti che si aprisse un dibattito in città.


Abbiamo volutamente presentato questo progetto in modo che se ne possa discutere. La scelta di un progetto di questo tipo deriva dalla piccola dimensione dell’edificio da ricostruire e dalla preesistenza nelle immediate vicinanze di elementi di alto valore simbolico e architettonico per la città”. Infine, i locali commerciali: saranno seminterrati e ci si arriverà dalla zona aperta al pubblico; l’ipotesi è che possano diventare un punto vendita legato allo spazio archeologico. Potrebbero essere gestiti dagli stessi frati della Badia, che hanno manifestato il loro interesse in questo senso.

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