L'intolleranza contro gli omosessuali divide la maggioranza regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 giugno 2000 00:23
L'intolleranza  contro gli omosessuali divide la maggioranza regionale

Ha diviso la maggioranza di centrosinistra nel consiglio regionale della Toscana il voto su una mozione in difesa del Gay pride in programma a Roma. A favore hanno votato Ds e Pdci (voti ai quali si sono aggiunti quelli del Prc, che siede all' opposizione), mentre contro si sono espressi, oltre ai consiglieri di centrodestra, anche i rappresentanti del Ppi mentre i Verdi si sono astenuti. La discussione sul documento, che ha come prima firmataria la consigliera diessina Marisa Nicchi, ha occupato gran parte della seduta mattutina dell' assemblea toscana.

All'origine del documento e' il tentativo di battere "le forme di intolleranza contro gli omosessuali" e "rafforzare i principi dello stato laico", ha spiegato Nicchi esprimendo preoccupazione per l'atteggiamento delle "frange di estrema destra" di fronte al Gay pride. Da parte del Polo Lorenzo Zirri (Forza Italia) ha tra l'altro invitato ad evitare forme di strumentalizzazione della manifestazione: "Non ci riguardano i fatti dalla cintura in giù", ha spiegato pur ricordando che quella espressa dalle autorita' religiose e' "una reazione che ha sollevato un problema di dignità".

Tra gli interventi contrari quello del capogruppo Ppi Alberto Monaci, il quale ha tra l'altro espresso dubbi sul fatto che, qualche giorno fa, la stessa presidenza dell'assemblea avesse preso posizione favorevole alla manifestazione romana.
Per Fabio Pacini (An) "nel caso del Gay pride siamo in presenza di una clamorosa protesta nei confronti del Papa e della Chiesa cattolica, concepita come una sorta di contro-Giubileo". Marco Carraresi (Ccd) si è dichiarato sorpreso della presentazione della mozione: "Chi ha tendenze omosessuali deve essere difeso da discriminazioni culturali, sociali e sul piano del lavoro, ma sono contrario alla manifestazione del Gay pride perche' non vuole tanto rivendicare l'uguaglianza quanto contestare il modello di famiglia che la Costituzione chiama naturale".

Per Giovanni Barbagli (Prc) "non si puo' chiamare ostentazione ogni cosa che serva a sottolineare un diritto negato", e, anche come cattolico, ha commentato che il Giubileo "poteva affrontare una questione come quella degli omosessuali". L' orgoglio gay, ha detto Franco Banchi (Cdu), in questo caso "contrasta con l'orgoglio di chi ha un profondo senso di appartenenza ad un popolo, come quello cattolico. Nella mozione non c'e' alcun intento polemico verso la sensibilita' religiosa, ha replicato Agostino Fragai (Ds), "ma la discussione - ha spiegato - pone un delicatissimo discrimine: l'esercizio di diritti individuali e collettivi nel rispetto della Costituzione".
Secondo Fabio Roggiolani (Verdi) "la liberta' non ha aggettivi.

Gli omosessuali - ha detto in aula - sono stati perseguitati anche dal comunismo. Quindi, che cosa c'entra in questo caso la destra o la sinistra?". Alessandro Starnini (Ds) ha invitato i cattolici a una riflessione. "Perche' - ha domandato il consigliere - si deve per forza concepire come sfida alla concezione matrimoniale della famiglia il riconoscimento di forme di convivenza non collimate con essa?" Mario Ricci, a nome di Rifondazione comunista ha annunciato il voto favorevole alla mozione, nella quale, secondo Jacopo Ferri (Forza Italia) si e' calcato troppo la mano sulla questione della liberta' di pensiero, che, ha detto, "non è qui in discussione".

Tommaso Franci (Verdi) ha dichiarato la sua astensione personale dal voto, perche' non e' stato affrontato nella discussione in maniera adeguata una riflessione sul significato della famiglia. Il voto contrario di Forza Italia e' stato annunciato da Paolo Bartolozzi (Forza Italia): "L'ordine del giorno - ha commentato - e' strumentale per due motivi: perche' la manifestazione e' gia' stata autorizzata e si fara', e perché il consiglio regionale della Toscana non ha nulla a che vedere con la vicenda".

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