L'integrazione dei dati sulla qualita' delle acque di
balneazione con le conoscenze relative alle pressioni esercitate
sull'ambiente marino costiero, in particolare con le presenze turistiche
estive. E' questo l'obiettivo di un "caso studio" relativo alla Toscana
illustrato oggi a Roma, presso il ministero della sanita', nell'ambito della
tradizionale presentazione del rapporto annuale sulla qualita' delle acque
in Italia. Si tratta di un vero e proprio lavoro sperimentale, finora unico a
livello nazionale, che e' stato possibile realizzare grazie alla disponibilita'
di dati da tempo raccolti e sistematizzati in Toscana tramite l'Arpat,
l'Agenzia regionale per la protezione ambientale.
In questo modo il
rapporto sulla qualita' delle acque, per quanto riguarda i circa 600
chilometri di coste toscane (quasi un terzo delle coste tirreniche della
penisola), e' stato completato con informazioni relative alle cause di
inquinamento e agli interventi di depurazione.
Tra le altre cose, lo studio
registra i dati relativi al miglioramento dello stato delle acque, con la
sensibile riduzione dei punti temporaneamente non idonei alla
balneazione. Questi ultimi sono passati dal 7 per cento del 1995 al 3 per
cento del 1999.