Il tema delle "rotonde", che tanto fa discutere

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 marzo 2000 18:01
Il tema delle

"Vorrei intervenire -scrive in una lettera aperta Marzia Monciatti assessore alla Mobilità del Comune di Firenze- partendo dalla Relazione al Parlamento sullo Stato della Sicurezza stradale presentata dal ministro Willer Bordon l'11 febbraio al Consiglio dei Ministri e già trasmessa al Parlamento.
Dal 1993 gli incidenti stradali hanno determinato 6.500 morti e 270mila feriti ogni anno e il costo economico sostenuto dalla collettività è stato pari a 42mila miliardi l'anno. Questa drammatica distruzione di vite e di risorse viene spesso interpretata come un tributo, doloroso ma inevitabile, alla libertà di spostarsi sul territorio e allo sviluppo economico e sociale.

In realtà non vi è nulla di ineluttabile in questa perdita sociale ed economica.
In Italia il numero dei morti per incidenti stradali all'inizio degli anni '60 era inferiore a 5.500; vent'anni dopo, nel 1972, ha superato le 12mila unità (massimo storico per il nostro paese). Nei trent'anni successivi il numero di morti si è ridotto, con andamento alterno e sempre più lentamente, fino ad arrivare a poco più di 6.600 nel '97.
Negli ultimi trent'anni una famiglia su due ha registrato una vittima (ferito o morto) per incidente stradale.

Nel 1996 il tasso di mortalità per incidenti stradali in Italia è stato di 10,8 morti per 100mila abitanti, in Svezia e nel regno Unito è stato circa la metà di quello italiano (meno 6,0), in Grecia e Portogallo ha raggiunto valore doppio (oltre 20).
Il livello di sicurezza stradale e il numero delle vittime presenta dunque un'elevatissima variabilità nel tempo, tra diversi paesi e all'interno dello stesso paese, tra diverse regioni e diverse città. Questa variazione è determinata dal tipo di politiche di sicurezza stradale, dal quadro normativo-regolamentare, dal modello di mobilità, dal volume del traffico, dalle caratteristiche delle rete infrastrutturale e dal tipo di urbanistica, dalla sistematicità delle azioni di prevenzione, controllo e repressione e dalla 'cultura della sicurezza' che un'amministrazione pubblica e gli organismi preposti al governo della mobilità sono capaci di realizzare e far divenire azione quotidiana.


Nella nostra città, a Firenze, ci sono stati 1900 incidenti nel '96, sono (fortunatamente) calati nel '97 a 703, per poi impennarsi tragicamente nel 1998 a 5346. Del 1999 non disponiamo ancora dei dati completi. Sappiamo però che nel '96 si sono verificati 23 incidenti all'incrocio via di Novoli-via Forlanini e 25 nel piazzale di Porta Romana; nel '97 ci sono stati 16 incidenti a Novoli-Forlanini e 23 a Porta Romana; nel '98 26 a Novoli-Forlanini e 19 a Porta Romana; nel '99 abbiamo avuto 24 incidenti a Novoli-Forlanini e 20 a Porta Romana.


Tuttavia dal novembre scorso ad oggi, 20 marzo 2000, cioè da quando abbiamo realizzato la rotonda alla francese, all'incrocio Novoli-Forlanini gli incidenti sono scesi a due. Il dato è assolutamente confortante ed è, ci auguriamo, l'indice di una nuova tendenza.
D'altra parte la nuova rotonda è stata costruita proprio con l'obiettivo principale di ridurre drasticamente ciò che è evitabile e non ineluttabile, cioè proprio gli incidenti stradali. La rotonda di Porta Romana ha lo stesso identico obiettivo, così come quelle che sono già state realizzate in via Senese, nel largo Gennarelli, e quelle che si realizzeranno prossimamente.


Il rischio di morti e feriti per incidenti stradali è più elevato laddove i sistemi stradali sono progettati esclusivamente in funzione della più rapida percorrenza dei veicoli, dove i modelli di mobilità favoriscono gli spostamenti in automobile, dove la regolamentazione del traffico è approssimativa, la repressione dei comportamenti trasgressivi sporadica. Il nostro Paese e nostra Regione non fanno eccezione, hanno accumulato molto ritardo nella sicurezza stradale rispetto a Paesi Europei più avanzati e questo ritardo causa circa 2.900 morti 'aggiuntivi' ogni anno (8 morti in più ogni giorno).

La Commissione Europea indica come obiettivo quello della riduzione del 40 per cento del numero di morti e feriti entro il 2010.
Firenze non può rimanere indietro in questa sfida di civiltà e di "moralizzazione" della mobilità. Allora tutto ciò che stiamo facendo: educazione alla legalità nelle scuole, dotazione di supporto telematico ed elettronico per il controllo della velocità e del rispetto delle regole, messa in posa di rallentatori di traffico, strisce pedonali, controllo semaforico, incremento dell'illuminazione, campagna di educazione all'uso del casco e delle cinture di sicurezza, interventi infrastrutturali come la realizzazione di rotatorie alla francese in alcuni punti della città, sono azioni che vanno tutte in direzione di vincere questa gara di civiltà.

E a rendere non ineluttabile la perdita di una vita".

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