In 2 anni 190 infortuni mortali sul lavoro e ASL toscane inadempienti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 marzo 2000 18:43
In 2 anni 190 infortuni mortali sul lavoro e ASL toscane inadempienti

Misure di prevenzione non rispettate, lavoratori sottoposti a carichi eccessivi, spesso con un rapporto di lavoro non regolarizzato: sono queste alcune delle conclusioni a cui e' giunta la commissione speciale di inchiesta sulla sicurezza nei luoghi di lavoro istituita dal Consiglio regionale della Toscana. Nella regione in due anni gli infortuni mortali sul lavoro sono stati 190.
Oltre al clima diffuso di illegalita' nelle aziende, la commissione ha riscontrato che da parte delle Usl, dopo gli incidenti, le indagini di polizia giudiziaria sono sempre state tempestive e hanno appurato le responsabilita' quando ci sono state.

Ben diverso l'esito finale dell'iter giudiziario, terminato spesso con condanne lievi o ''sofferte assoluzioni''. La commissione ha anche verificato che la maggior parte delle asl non ha rispettato le indicazioni degli ultimi due piani sanitari regionali che hanno previsto la destinazione del 5% del fondo sanitario regionale alla prevenzione. Giuseppe Del Carlo (Ccd) ha criticato il fatto che le Usl hanno dimostrato di non avere le carte in regola per affrontare il tema della prevenzione, mentre per Leopoldo Provenzali (FI-Ppi) i risultati della commissione confermano la necessita' di proseguire le indagini ed ha chiesto di rivedere la normativa in tema di sicurezza sul lavoro.
Il presidente della commissione di inchiesta, Roberto Pucci (Prc) ha invece denunciato il fatto che anche in questo ultimo mese ci sono state sette ''morti bianche'' a causa di incidenti sul lavoro in Toscana.

''Esiste un mondo sommerso - ha commentato Pucci - fatto di amarezza, frustrazioni, impotenza, rassegnazione culturale e inevitabilita' nei confronti di eventi che si potrebbero evitare''. Secondo il consigliere Varis Rossi (Ds) non si possono addossare tutte le responsabilita' alle Usl: il fatto che molte non abbiano speso per la sicurezza il 5% previsto - ha detto il consigliere - puo' essere letto anche come una difficolta' a gestire un elemento di novita'. Infine l'assessore alla sanita' Claudio Martini ha sottolineato l'importanza del lavoro della commissione e in merito alla percentuale del bilancio che ogni Usl deve destinare alla prevenzione e alla sicurezza ha detto che si tratta ''di un punto di riferimento sul quale non ci saranno sconti''.

Lo stesso atteggiamento, ha detto, sara' usato anche nei confronti delle inadempienze sulla legge 626 e, se necessario, saranno anche seguite da un eventuale blocco dei finanziamenti pubblici. Martini ha poi accennato ad un pacchetto di iniziative in corso: dalla campagna informativa alla pubblicita' progresso sulla sicurezza realizzata nelle scuole, fino ad accreditare specifiche figure di consulenza nelle aziende.

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