Rifondazione ha proposto la riduzione del numero degli assessori provinciali, la Maggioranza ha risposto No

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 Febbraio 2000 20:40
Rifondazione ha proposto la riduzione del numero degli assessori provinciali, la Maggioranza ha risposto No

Con la motivazione del decentramento di funzioni al Circondario Empolese-Val d'Elsa e della necessità di dare un segnale "di etica politica" ai cittadini, il Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista ha proposto al Consiglio provinciale la riduzione a otto del numero massimo di assessori previsto per la Provincia (attualmente dieci).
La proposta, contenuta in un ordine del giorno, è stata respinta con i voti contrari di Ds, Democratici, Comunisti e Verdi. A favore i presentatori e An, Fi e Ccd.
Illustrando l'ordine del giorno il capogruppo di Rifondazione, Eugenio D'Amico, ha sostenuto che le competenze della Provincia non sono aumentate negli ultimi tempi mentre il distacco del Circondario le ha ridotte.

D'Amico ha anche affrontato polemicamente il nodo del Circondario, il cui governo sarebbe affidato a scatola chiusa al Direttore senza che sia convocata l'Assemblea circondariale.
Otto assessori basterebbero, ha affermato Alessandro Corsinovi (Ccd), ricordando che con quel numero la Provincia amministrava alcuni anni fa un territorio comprendente anche Prato. "Suggerisco di ridimensionare l'attuale Giunta eliminando gli assessori dell'Empolese Val d'Elsa", ha aggiunto Corsinovi in conseguenza della nascita del Circondario.
"Questa proposta è una goliardata", ha replicato Massimo Marconcini, del Pdci.

Ragionando nello stesso modo si dovrebbero mandare a casa anche i consiglieri eletti ad Empoli. Con il Circondario la Provincia non perde un pezzo ma organizza solo in modo diverso il suo lavoro.
Motivazione debole, quella di Rifondazione, ha detto il presidente della Provincia Michele Gesualdi, visti i nuovi compiti delegati alle amministrazioni provinciali e gli impegni collegati alla nascita dell'Area e della Città metropolitana, oltre che la necessità di seguire con cura la riorganizzazione amministrativa dell'ente.
Allora aspettiamo di vedere come va a finire con l'area e la Città metropolitana, ha replicato Demetrio Donati, di Fi, sollevando il sospetto che un elevato numero di assessori non sia altro che il frutto di coalizioni fatte da tante forze politiche diverse.

Proprio per questo qualcuno pensa ad allargare invece che a ridurre la composizione della Giunta.
Si può discutere di numero degli assessori ma non partendo dalla nascita del Circondario, ha detto Gianni Panerai (Ds): i settori d'azione della Provincia sono gli stessi, con o senza il Circondario.
"Non è una questione di ampiezza del territorio ma di funzioni da svolgere", ha sostenuto il capogruppo dei Democratici Davide Filippelli, che ha voluto precisare che la richiesta della sua forza politica di maggiore incisività dell'azione della Giunta provinciale non pone il problema di un maggior numero di assessori ma quello di una maggiore qualità amministrativa.
La scelta fatta di decentrare attraverso il Circondario comporta l'esigenza non di meno ma di più lavoro politico, ha detto per i Ds Luigi Nigi.

Ed un analogo atteggiamento deve riverberarsi nei confronti di tutto il territorio provinciale.
Costi per la società a parte, Enrico Nistri di An ha posto il problema del contenimento del numero degli assessori in termini di parità di condizioni fra maggioranza e opposizione: gli assessori sono tanti e hanno grandi mezzi, i consiglieri di minoranza sono pochi e operano in condizioni di difficoltà.
La discussione sul numero degli assessori va condotta all'interno della competente commissione consiliare, ha detto il capogruppo dei Ds Tiziano Lepri, e con coerenza, come ha fatto finora Gesualdi, con riferimento a quelli che sono i problemi attuali dell'ente: nuove deleghe, riorganizzazione.
Un confronto in Commissione ma "serio e costruttivo" è stato infine richiesto dal consigliere di Forza Italia Paolo Marcheschi.

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