A Firenze il set di 'Six Underground', il kolossal di Michael Bay

Le riprese iniziano oggi. Bocciate le esplosioni agli Uffizi e il fumo oleoso nei musei. Grassi (Frs): “Queste erano alcune delle richieste della produzione che sarà proprietaria della città per un mese”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 agosto 2018 08:38
A Firenze il set di 'Six Underground', il kolossal di Michael Bay

Dal 14 agosto al 22 settembre il centro storico di Firenze sarà il set di una importante produzione hollywoodiana, Six Underground, il nuovo film di Michael Bay regista e produttore cinematografico statunitense.. Le riprese saranno l'ennesima occasione di visibilità internazionale, di promozione turistica e di ritorno economico per la città che le ospita.

"Bisogna trovare il giusto equilibrio tra cittadinanza e esigenze cinematografiche. Ci pare di vedere che chi si accamperà a Firenze non abbia né rispetto e neppure pudore nel chiedere e pretendere che la Città sia a propria disposizione” afferma il Capogruppo Tommaso Grassi. “Premesso che Firenze e le sue istituzioni culturali di visibilità e promozione non hanno certo bisogno grazie alle produzioni cinematografiche e che di ritorno economico, almeno per il Comune – aggiunge Grassi – sarà sempre troppo poco rispetto al valore della storia, dei monumenti e delle immagini che Firenze può offrire, riteniamo che questa volta si sia superato ogni limite”. “Dalla lettura di documenti ufficiali del Comune, ma che continueremo ad acquisire nei prossimi giorni, la produzione aveva proposto e Comune e Galleria degli Uffizi hanno, per fortuna, bocciato, di realizzare una esplosione nel cortile degli Uffizi e di usare del fumo artificiale, fin troppo oleoso secondo i tecnici comunali da essere sopportabile un suo impiego, nei musei comunali e statali.

Su questo siamo contenti che il Comune abbia almeno bloccato queste ipotesi. Ma come si può pensare che una produzione che proponga queste azioni, e chissà quante altre invece sono state autorizzate, possa rispettare prima di tutto la Città, la sua storia e il suo patrimonio architettonico e di persone? Ne è la dimostrazione che, viene reso palese, che la produzione dichiara che è stato necessario individuare due momenti per effettuare le riprese, uno ad agosto e uno a settembre, perché solo nel mese di settembre saranno disponibili i veri attori, sostituiti nella prima fase da stuntman.

Questo – prosegue Grassi – significa girare alcune scene due volte, impegnando le strade e piazze di Firenze due volte. Forse fare tutto in una volta avrebbe significato non permettere le ferie ad attori VIP? Per quanto prendono avremmo preferito non mandare loro in vacanza, che rendere terrificante il rientro ai fiorentini e la visita di Firenze ai turisti”. “Non parliamo poi di elicotteri e droni sulla Città per i quali viene dato un gran risalto nel programma di riprese.

Così per non parlare dei provvedimenti della mobilità: chiuse strade e piazze, realizzati set e campi base della durata di oltre un mese: avevamo pensato di aver toccato il massimo con le riprese di Inferno ma qui abbiamo superato abbondantemente. Basti pensare che se per Inferno i provvedimenti alla mobilità erano contenuti in un documento di 30 facciate, in questo caso con Six Underground superiamo le 70 pagine” continua Grassi. “Dal Comune parlano di beneficio per le attività: di cosa stanno parlando? Di quello di esser pagate per star chiuse? Non abbiamo parole.

Oppure si ritiene che alberghi e ristoranti del centro tra agosto e settembre possano essere vuoti senza questa produzione: consigliamo a chi crede che sia così di uscire e farsi un giro in Città. Da un'amministrazione comunale – conclude Grassi – pensiamo che quando si parla di ritorno economico non si parli né dei 100 mila euro che riceverà il Comune per il disturbo, e neppure i 500 euro dati ai negozi per star chiusi”. 

"Quando un film di diffusione internazionale, sceglie l'Italia come set, e' sempre una grande opportunita', anche quando opta per citta' o luoghi come Firenze che gia' hanno una loro indiscussa fama". Il sottosegretario ai Beni culturali, Lucia Borgonzoni promuove appieno la candidatura di Firenze come "Se ben sfruttata- continua Borgonzoni- quest'opportunita' rappresenta un volano per tutti i luoghi piu' vicini alle riprese, ma anche per tutto il Paese. Sta infatti alle amministrazioni locali coglierne le grande potenzialita', oltre alle ovvie ricadute positive sul tessuto occupazionale ed economico nel periodo del girato.

Quello che non capisco e' l'atteggiamento di critica aprioristica di alcuni, che rappresenta una delle cause che impediscono all'Italia di essere al primo posto al mondo per presenze turistiche e non al quinto come oggi, considerato il patrimonio storico, culturale, paesaggistico e alimentare che possediamo". "È ovvio che tutto cio' deve integrarsi per tutelare residenti e visitatori della citta', cosa che qualsiasi comune e' in grado di fare, tramite fideiussioni per possibili danni, multe e costi sospesi per la rimozione delle auto nelle vie delle riprese, parcheggi gratis in strutture per rendere, cosi', la viabilita' piu' semplice possibile, visto che nel caso di Firenze, ad esempio, siamo di fronte ad una citta' gia' congestionata, come riportano le innumerevoli lamentele di varie categorie, quali i tassisti e cittadini.

Per tali motivi- conclude Borgonzoni- auspico che questa grande opportunita' non si trasformi in un incubo per esercenti e residenti, ma in una 'vetrina mondiale'. Per questo invito l'amministrazione comunale a vigilare e andare in contro alle esigenze dei fiorentini".

"Per gli amministratori del Comune di Firenze non è un problema -interviene Massimo Lensi, Associazione Progetto Firenze- il centro storico, patrimonio UNESCO, trasformato per un mese intero in set cinematografico per loro è una risorsa. Verrebbe da sorridere se non fosse drammaticamente vero. Il periodo scelto è pure infelice. L’inizio di settembre sarà un test importante per capire l’impatto della nuova linea tramviaria e della riorganizzazione ATAF sulla mobilità dopo la ripresa a pieno ritmo delle attività produttive e la riapertura delle scuole.

Incredibilmente, proprio in quel momento mezza città, a macchia di leopardo, sarà tappezzata da campi base e set volanti della produzione cinematografica. Firenze non è in vendita, non si vede come sia possibile considerare risorsa questa ennesima avventura di consumo di suolo e di città. La tutela dei residenti e delle attività produttive passa da una concezione della città che privilegi chi a Firenze vive e lavora, non dalla ricerca di ulteriori arrivi turistici che, palesemente, l’amministrazione non è in grado di gestire né la città di sopportare.

Qualche volta bisogna sapere dire no. E’ semplice e farebbe del bene a tutti. La città non ha bisogno di ritorni d’immagine di questo tipo che portano a considerare la storia secolare della città come un Big Mac, a interpretare la sua immagine come un qualsiasi marchio globale. Basta veramente".

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